SALERNO CHIEDE DI SOGNARE

L’inizio è in salita, non certamente il massimo per una squadra ancora in progress, in costruzione, per un ambiente tutt’altro che in estasi, ma quest’è e bisogna fare di necessità in virtù. La Spezia all’esordio, Verona in casa, Novara fuori, nelle prime tre partite del campionato la Salernitana affronterà tre tra le principali pretendenti alla promozione. In altri tempi si sarebbe detto test probanti per saggiare le ambizioni della squadra, questa volta – dopo le pene dell’inferno patite l’anno passato e le difficoltà registrate sul mercato fino ad oggi – solo un male necessario. Altro sarebbe stato, proprio in considerazione dei lavori in corso, un inizio più soft! Tant’è. Ovvio che, rovescio della medaglia, dovesse già passare indenne lo scoglio La Spezia, la Salernitana metterebbe prezioso carburante di entusiasmo nel suo serbatoio. Ed allora giusto pensare in positivo, facendo leva sul normale, logico, scontato entusiasmo che dovrà accompagnare al Picco l’undici di Sannino tutt’altro che rassegnato a recitare il ruolo di vittima sacrificale…

Parte stasera, contemporaneamente all’inizio del campionato, anche la sesta stagione targata Lotito-Mezzaroma, sei anni durante i quali molto è stato fatto e tanto ancora si sarebbe potuto fare. A guardare il numero risultato sportivo, chapeau, giù il cappello davanti ad una proprietà che ripartendo da zero è stata capace, anche in tempi relativamente brevi, a riportare la Salernitana in serie B. In tante altre piazze, con lo stesso entusiasmo, la stessa passione e gli stessi numeri (pensiamo solo a Messina e Taranto per fare due nomi) l’impresa non è riuscita. Quindi, sotto quest’aspetto, ribadiamo: giù il cappello. Eppure, eppure nonostante questo, la sensazione, l’aria che si respira intorno alla Salernitana non è propriamente quella dei giorni migliori. Piazza incontentabile? Forse, ma anche piazza che sa capire e giudicare tra le pieghe del progetto sportivo, andando oltre quello che è il dato che appare. Salerno è questa e fa specie che Lotito e Mezzaroma non l’abbiano ancora compreso fino in fondo. Per dirla in breve non basta l’ingaggio di Rosina per far passare in secondo piano le acclarate deficienze progettuali del club granata, forse solo negli anni ’70 e ’80 capitava questo; di fronte all’ingaggio di un grande calciatore passava tutto in secondo piano! Oggi la piazza, comunque prodiga oltre la media, chiede di più, chiede non pretende certamente, chiede soprattutto di poter sognare, avendo al proprio fianco una proprietà che sogna le stesse cose.

Autore dell'articolo: Marcello Festa