SALERNO RICORDA PEPPE NATELLA. UNA TARGA IN LARGO BARBUTI

Lunedì 19 marzo, alle ore 10.30, verrà scoperta una targa in memoria di Peppe Natella in Largo Santa Maria dei Barbuti, nel centro storico di Salerno. Sarà un simbolo, fortemente voluto dalla famiglia Natella e sostenuto dall’amministrazione comunale di Salerno, per imprimere nella memoria della città il ricordo di una persona speciale che con la sua creatività e passione ha animato la vita culturale cittadina. Tra le tante iniziative di cui è stato promotore, Peppe Natella diede vita oltre tre decenni fa alla rassegna estiva Teatro dei Barbuti, che trasformò una cavea urbana naturale in un palcoscenico sotto le stelle, portando a Salerno protagonisti del palcoscenico da tutto il mondo. La rassegna dei Barbuti – che nella prossima estate 2018 giungerà alla sua XXXIII edizione – ha trasformato quello che era un luogo degradato in un punto di riferimento culturale, poi riprese e ristrutturato urbanisticamente anche dall’amministrazione comunale.  La targa è un’opera artistica in ceramica del maestro Nello Ferrigno e reca il seguente testo: “A grato ricordo del professore Peppe Natella. Con amore visionario ed arte popolare fece scoccare la scintilla del “Teatro sotto le stelle”, contribuendo alla rinascita del Centro Storico”.

Nel nome di Peppe Natella, la famiglia continua ogni anno ad assegnare anche l’omonimo premio teatrale, che l’estate scorsa è andato al grande mattatore delle scene, Benedetto Casillo. Anche Casillo, da non cittadino salernitano, nel ricevere pochi mesi fa il premio teatrale, ha sottolineato la necessità di un segno di memoria urbanistica: “Per me – ha detto Casillo – Peppe Natella è stato un punto di riferimento a Salerno. E se lo dico io che non sono salernitano penso che a maggior ragione possano dirlo i salernitani. Per quanto ha fatto penso sia doveroso intitolargli un larghetto, un stradina, una piazza in questo quartiere del centro storico che lo ha visto operare instancabilmente per il teatro e per la cultura in generale”.

 

Autore dell'articolo: Marcello Festa