SANT’ARSENIO, LA REGIONE FRENA SULL’IMPIANTO DI BIOMETANO

Con Decreto Dirigenziale n. 79 del 01/09/2017 , pubblicato sul BURC dell’ 11/09/2017, la Giunta della Regione Campania Direzione generale per l’ambiente, la difesa del suolo e l’ecosistema ha disposto di “assoggettare alla procedura di Valutazione di Impatto Ambientale integrata con la Valutazione di Incidenza, su conforme parere della Commissione V.I.A.( Valutazione di Impatto Ambientale), V.A.S. (Valutazione Ambientale Strategica) e V.I.( Valutazione di Incidenza) espresso nelle sedute del 07/06/2017 e 19/07/2017, il progetto di “Realizzazione di un Impianto di digestione anaerobica della frazione organica dei rifiuti con produzione di biometano da realizzarsi in loc. Pozzo area PIP del Comune di Sant’Arsenio (SA)”, proposto dalla Biometano Salernitano s.r.l. per le seguenti motivazioni: il progetto presentato individua un’area appartenente alle aree contigue del Parco Nazionale del Cilento Vallo di Diano e Alburni, pertanto secondo il Piano del PNCVDA art. 6 c.4, l’intervento deve essere sottoposto a procedura di Valutazione d’Impatto Ambientale e inoltre per la vicinanza dell’area di impianto con il SIC (Sito di Interesse Comunitario) “Monti Alburni”. Proprio per questo motivo la Commissione VIA VAS ha stabilito che la Valutazione di Impatto Ambientale a farsi dovrà essere integrata dalla Valutazione di Incidenza in quanto la distanza tra il perimetro esterno del SIC e l’impianto è tale da far presumeremo la possibilità che dalla sua realizzazione e/o esercizio possano derivare effetti significativi sui valori naturalistici tutelati nell’area SIC .In pratica il progetto di realizzazione di un impianto di digestione anaerobica della frazione organica dei rifiuti con produzione di biometano in località Pozzo a Sant’Arsenio dovrà ottenere, per un eventuale realizzazione, i pareri positivi delle tre commissioni regionali che come si intende, si occupano di tutela ambientale in ambito regionale. Nell’ area SIC (sito di interesse comunitario per la tutela degli habitat naturali della flora e della fauna selvatica e definita tale anche in seguito a ritrovamenti archeologici) e nelle aree di rispetto sono esclusi interventi edilizi ed infrastrutturali di qualsiasi natura se non autorizzati dalla Sovraintendenza.

Autore dell'articolo: Marcello Festa