Non è solo la serie negativa cominciata a Monza, non è solo la sconfitta netta e senz’appello di ieri ad Empoli. La Salernitana ha bisogno di innesti di spessore non alla luce delle ultime battute a vuoto, ma dall’inizio del campionato. E’ un concetto che abbiamo sempre sostenuto, perché la praticità di Castori, accompagnata anche da un pizzico di fortuna in alcune occasioni, stava solo nascondendo i limiti e le carenze strutturali di un gruppo allestito alla meno peggio negli ultimi giorni di settembre, dopo che era partito per il ritiro solo con i palloni e quasi senza gli effettivi necessari per allenarsi con profitto. Castori ha fatto gruppo, ha lavorato sulla testa e sulle gambe, ha convinto i suoi solisti, Tutino in testa, che sacrificarsi per la squadra fosse la strada giusta per scalare la classifica, anche a costo di non poter mai tirare in porta per intere partite, particolare frustrante per un attaccante. Tutino è solo un esempio, ma se ne potrebbero fare tanti. La verità è che la squadra è stata allestita male, senza ricambi sulle corsie laterali dove Casasola e Lopez non possono considerarsi titolari in una formazione che punti al vertice. Dopo aver seguito a lungo Parisi, la Salernitana ha lasciato che l’ex irpino andasse all’Empoli per una somma inferiore a quella messa bilancio dal club granata per l’acquisto di Billong e di Giannetti. Basterebbe questo per bocciare senza appello le strategie del club, che non è incapace ma che semplicemente negli anni ha dimostrato di non essere interessato a programmare. Aver chiuso il mercato ad ottobre con quattro portieri in rosa ed altrettanti centrocampisti centrali bastava già di per sé a spiegare come si fosse lavorato e cosa si volesse fare da grandi. Però, Castori non si è mai nascosto ed anche la proprietà ha parlato di obiettivi ambiziosi, non tanto in pubblico quanto in camera caritatis con la squadra. Tra il dire e il fare c’è di mezzo il mercato. Si è aspettato gennaio per portare a casa Coulibaly che ieri ha esordito in granata, denotando una comprensibile mancanza di ritmo partita ed anche una condizione fisica non all’altezza. Avrà bisogno di tempo e così anche gli eventuali prossimi innesti se questi avranno nel loro fresco passato una certa inattività. Da Kiyine, prossimo al terzo ritorno in granata, a Durmisi, non entusiasta di rinunciare a parte dell’ingaggio in aggiunta al declassamento, si parla di calciatori che non vedono il campo da tempo, mentre Castori aveva chiesto elementi pronti, rodati, motivati. Se per Coulibaly è stato accontentato e qualche settimana di tempo per averlo al top era da mettere in preventivo, gli altri calciatori di casa Lazio non hanno nulla dei requisiti richiesti dal tecnico che, per i mezzi miracoli finora fatti, meritava di essere sostenuto nelle sue richieste. Qualche rinforzo a buon mercato era così inarrivabile nelle primissime battute di mercato? Bisognava per forza esporsi al rischio di una figuraccia ad Empoli per poi, eventualmente, correre ai ripari se ai ripari si correrà in maniera incisiva ed efficace? Sabato prossimo la Salernitana dovrà superare l’insidia Pescara, squadra in crisi e quasi disperata, e, forse, a Castori varrebbe la pena consegnare qualche calciatore pronto all’uso per dare un segnale tangibile al tecnico di fiducia ed apprezzamento per quanto finora fatto e per lanciare un messaggio anche all’esterno. Dopo le tante parole pronunciate nel periodo di vacche grasse, ora si registra il solito silenzio da parte di proprietà e dirigenza. Nuovo anno, abitudini di sempre.
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