SPACCIAVA SQUALO AZZURRO PER PALOMBO, DENUNCIATO TITOLARE PESCHERIA

A seguito di notizia circolata su diversi social network e ripresa da diversi organi della carta stampata e on line, circa la cattura nelle acque antistanti la foce del fiume Sele di un raro esemplare di squalo volpe (Alopias vulpinus) specie in pericolo di estinzione e pertanto tutelata dalla convenzione cites ed inserita nell’allegato b del regolamento (CE) n. 338/97, militari specializzati del Nucleo Carabinieri C.I.T.E.S. di Salerno, procedevano ai necessari, dovuti riscontri volti ad accertare in primis l’effettiva appartenenza dell’esemplare alla specie protetta.

Non detenendo più il soggetto che aveva eseguito la cattura lo squalo nella sua disponibilità, una rapida identificazione, veniva effettuata con la consulenza dei Proff. Dott.ri Massimiliano Bottaro e Claudia Gili (Stazione Zoologica Anton Dohrn – Istituto Nazionale Di Biologia, Ecologia E Biotecnologie Marine) su documentazione fotografica qualificando, in prima battuta, l’esemplare come squalo azzurro o verdesca (Prionace glauca).

Successive ulteriori indagini portavano ad identificare il furgone utilizzato per il trasporto ed a ricostruire il tragitto del pescato che risultava essere stato ceduto ad un esercizio commerciale di Agropoli.

Il tempestivo accesso dei militari, avvenuto al momento dell’apertura della pescheria, consentiva di rinvenire l’esemplare posto in vendita in tranci come palombo (Mustelus mustelus).

Si procedeva pertanto all’immediato fermo amministrativo e, al fine di definire con certezza la specie, al prelievo di campioni di tessuto da parte del veterinario della competente ASL territoriale.

Le specifiche analisi genetiche ottenute mediante PCR e sequenziamento , eseguite presso l’istituto Zooprofilattico Meridionale di Portici confermavano l’appartenenza dello squalo alla specie Prionace glauca e, pertanto, si procedeva a denunciare il titolare della pescheria, già sanzionato dai Carabinieri CITES con una multa fino a quattromilacinquecento euro per il mancato tracciamento del pesce, anche per frode in commercio ed a sequestrare 26 kg. di carne di squalo già porzionato, venduto come palombo.

Infatti è da ricordare, a garanzia dei consumatori, che la vendita di pesci la cui provenienza non è tracciabile è vietata dal decreto legislativo 15 settembre 2017 n. 145 e dal reg. (CE) 178 del 28 gennaio 2002, così come vendere una specie per un’altra (come per esempio uno squalo propinandolo per pesce spada), configura il reato di frode in commercio punito dall’art. 515 del codice penale.

Approfondimento:

La cattura di pesci protetti dalla C.I.T.E.S e la loro commercializzazione è vietata così come la detenzione di parti di questi animali anche ai fini espositivi, se non autorizzati dall’autorità competente. Pertanto, se si pesca, accidentalmente, un esemplare sconosciuto è consigliabile liberarlo immediatamente per consentirgli di vivere. Nel caso del ritrovamento di specie ormai prive di vita, vanno contattati i medici veterinari dell’ASL di competenza del territorio, i Carabinieri Forestali – CITES se vi è la possibilità che si tratti di una specie tutelata, o la Capitaneria di Porto che provvederanno a prelevare il cadavere ed a trasportalo ai centri di diagnostica e ricerca per la definizione della specie e delle cause di morte.

In questa circostanza è anche opportuno ricordare che la pesca di specie ittiche, anche se consentite, può essere effettuata solo da personale autorizzato con mezzi idonei altrimenti si incorre nei reati di cui agli articoli 727 bis e 544-bis del codice penale che tutelano la vita di tutti gli animali sia terrestri che acquatici.

L’esemplare di squalo catturato nel salernitano appartiene alla specie Prionace glauca, nome comune verdesca, o squalo blu. Si tratta di una specie prevalentemente del largo, dove si nutre di cefalopodi (calamari) e pesci, tuttavia può frequentare anche acque costiere.

La verdesca non rappresenta un concreto pericolo per l’uomo, valendo naturalmente sempre l’approccio precauzionale verso un animale selvatico predatore.

Sebbene sia catturata con una certa frequenza in modo accidentale, soprattutto durante operazioni di pesca dirette al pesce spada e nonostante sia oggetto anche di un certo interesse commerciale, ad oggi non esiste legislazione nazionale e/o comunitaria diretta alla gestione e tutela di questa specie di squalo.

Autore dell'articolo: Redazione