TENTATA CONCUSSIONE NEI CONFRONTI DI UN CUSTODE GIUDIZIARIO, 33ENNE FINISCE AI DOMICILIARI

Lo scorso 9 febbraio, i Finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Salerno eseguivano un arresto in flagranza di reato nei confronti di M.G.D., trentenne di Baronissi, colto nell’atto di ricevere indebitamente, per conto di terzi suoi mandanti, la somma di 17mila euro, consegnatagli da un imprenditore edile a seguito di pressanti richieste provenienti da parte dei predetti.
Il titolare dell’attività economica in argomento aveva in corso, presso l’Ufficio Esecuzione Immobiliare del Tribunale Civile di Nocera Inferiore, una procedura esecutiva immobiliare che aveva portato al pignoramento in suo danno di n. 5 immobili, nel corso della quale era stato destinatario di insistenti richieste di denaro da parte di pubblici ufficiali nominati ausiliari del Giudice dell’ Esecuzione.
Le indagini svolte prima e dopo il suddetto arresto dalla Guardia di Finanza sotto la direzione del Sostituto Procuratore Dott. Angelo Rubano e del Procuratore Dott. Antonio Centore consentivano di acquisire concreti elementi circa la sussistenza del reato di concussione commesso dal custode giudiziario C.R. e dal consulente tecnico d’ufficio C.S. – nominati dal locale Tribunale nell’ambito della menzionata procedura – in concorso con il trentenne M.G.D. che materialmente ritirava per loro conto il denaro in contanti in esecuzione dell’accordo illecito.
Nell’immediatezza dei fatti, il G.I.P. emetteva solo misura interdittiva nei confronti del consulente tecnico C.S. mentre riteneva insufficienti i riscontri con riguardo al custode giudiziario C.R. ed al predetto M.G.D., che riteneva avesse agito in buona fede nel ricevere le somme di denaro.
Da ultimo, in seguito ad appello cautelare proposto dalla Procura della Repubblica, il Tribunale del Riesame ha ritenuto la sussistenza della gravità indiziaria anche per M.G.D. e per il custode giudiziario C.R., nei confronti del quale ha disposto la misura cautelare degli arresti domiciliari, che potrà essere eseguita dopo la definitività del procedimento cautelare, qualora l’interessato dovesse proporre ricorso in Cassazione.

Autore dell'articolo: Redazione