UNA PIAZZA CALDA ED UNA CHIMERA: LA CHIAREZZA

Salerno e la Salernitana, centodue anni, visto che il 19 giugno è alle porte, di storia. Una storia di amore e passione, vissuta sempre ad alta intensità. Una piazza calda e passionale come Salerno è stata sempre molto ambita dai calciatori, a prescindere dalla categoria, ed è stata sempre additata come esempio di attaccamento ai colori, un sentimento capace di andare oltre le difficoltà e le categorie, appunto. Salerno ha spesso sofferto, trepidato, ha ingoiato delusioni e bocconi amari, ma non ha mai abbandonato la sua squadra, capace poi di regalare imprese e gioie rimaste nella storia. Il rapporto tra la piazza e la società di turno non è mai stato tutto rose e fiori. Di fondo, forse, ad esasperare il tutto c’è stata sempre la mancanza di chiarezza, quella incapacità, forse solo camuffata, del presidente di turno di farsi capire, di raccontare senza fronzoli la realtà del momento. Promesse, mezze promesse meglio, tanti colpi di teatro, impegni assunti e non portati a termine. La piazza mugugnava e la società spesso indietreggiava, a volte spariva, lasciando spazio ad un’altra e poi ancora ad un’altra. Ed ora, dopo dieci anni in cui ai successi sul campo ha fatto da contraltare il dubbio su cosa sarebbe successo un domani, alimentato dalla questione multiproprietà, è ancora una volta la chiarezza la grande assente. O meglio. Il quadro ad un osservatore esterno potrebbe apparire anche meno offuscato, ma la piazza, cioè il tifoso, chi vive da dentro la realtà granata, avrebbe gradito, forse anche meritato, una parola in più che sgomberasse il campo da nubi e dubbi. Invece c’è ancora un bel punto interrogativo che, forse, nelle segrete stanze i patron avranno già rimosso.

Autore dell'articolo: Nicola Roberto