UNA RIPARTENZA SEMPRE PIU’ DIFFICILE PER IL CALCIO

Una strada tutt’altro che in discesa, anzi. La ripartenza dei campionati di calcio è un terreno minato, un percorso che si arricchisce di ostacoli e dubbi e che sembra perdere certezze ed unione tra le varie componenti. I dubbi del Governo, quelli dei medici sportivi, il fronte caldo dei diritti televisivi e quella indicazione dell’Uefa, ossia chiudere entro il 2 agosto, che ogni giorno che passa sembra una pietra tombale circa le speranze dei club di riprendere e terminare la stagione per tempo. Perchè se quella interrotta a marzo è già una stagione falsata, il partito di chi non vuole compromettere la prossima registra sempre più consensi ed iscritti. Compresi i tifosi. Nelle scorse settimane c’è stata la presa di posizione della tifoseria dell’Atalanta a cui stanno facendo eco le altre. Il dramma che ha sconvolto le vite di tutti impone altre priorità ed il calcio può aspettare. Non la pensano così i club, molti dei quali convinti che non tornare in campo procurerebbe un danno da cui difficilmente il pallone e tutto lo sport potrebbero riprendersi. Ieri il Consiglio Direttivo della B ha stabilito che ci vorranno almeno tre mesi per chiudere la stagione dal momento in cui si dovesse ripartire, ma è proprio questo il punto: quando, come e se ripartire resta il grande rebus a cui il Governo non è disposto a dare una soluzione in tempi rapidi, perchè la linea è quella della cautela e, dunque, la strategia sarà quella di procedere un passo alla volta. Ed in questo caso neanche il primo passo è stato ancora compiuto.

Autore dell'articolo: Nicola Roberto