USURA, ASSEGNI A VUOTO, ATTI E BOLLI ALTERATI, 22 INDAGATI NEL SALERNITANO

La Procura della Repubblica di Salerno ha notificato nei confronti di 22 persone, residenti in provincia di Salerno, un avviso di conclusione delle indagini preliminari, a seguito dell’inchiesta condotta dal sostituto procuratore Silvio Marco Guarriello della Direzione Distrettuale Antimafia, accusate di usura, esercizio abusivo di attività finanziaria, contraffazione ed alterazione di atti pubblici, sigilli e valori bollati, emissione di assegni a vuoto ai danni di persone in difficoltà e nei confronti di titolari di attività commerciali operanti a Salerno, Capaccio Paestum, Battipaglia, Agropoli e diversi comuni del Cilento e della Piana del Sele. Nel registro degli indagati sono stati iscritti S.C. 57 anni di Terzigno, A.B. 69 anni di Campagna, I.M. 31 anni di Eboli, V.O. 79 anni di Capaccio Paestum, S.G. 49 anni di Stigliano (MT), L.L.T. 40 anni di Eboli, V.C. 35 anni di Capaccio Paestum, F.C. 50 anni di Terzigno, R.C. 30 anni di San Giuseppe Vesuviano, A.R. 50 anni di Battipaglia, G.O. 58 anni di Battipaglia, G.P. 48 anni di Capaccio Paestum, A.S. 59 anni di Altavilla Silentina, A.A. 28 anni di Pagani, M.S. 34 anni di Pagani, A.P. 44 anni di Napoli, M.R. 57 anni di Capaccio Paestum, F.S. 48 anni di Capaccio Paestum, L.T. 35 anni di Sala Consilina, F.E. 79 anni di Pagani, V.C. 60 anni di Castel San Giorgio e F.R. 40 anni di Roccapiemonte.
Tra gli indagati risultano anche altre due persone, però decedute nel corso delle indagini. I fatti contestati risalgono al periodo tra il 2013 e 2015: numerosi i valori bollati alterati, alcuni dei quali sarebbero stati utilizzati anche per la cancellazione, presso la Camera di Commercio di Salerno. In un caso, alterato anche il timbro del Comune di Agropoli, utilizzato successivamente in calce ad una quietanza liberatoria di un assegno. Nel mirino anche un assegno rubato e falsificato a beneficio di una ditta intestata ad uno degli indagati. In molti casi, approfittando della difficoltà economica di alcuni imprenditori, accogliendo la richiesta di posticipare l’incasso di alcuni assegni, venivano applicati tassi usurai fino al 500%.

Autore dell'articolo: Redazione