Si è svolto ieri presso il Mise (Ministero dello Sviluppo Economico) a Roma l’ennesimo incontro sulla vertenza Treofan, la fabbrica battipagliese di eccellenza che la multinazionale Jindal ha appena acquistato e ha deciso di chiudere mettendo a rischio fra dipendenti, cooperative di servizio e indotto, circa duecento posti di lavoro. L’incontro di ieri è stato caratterizzato ancora da un’assoluta difficoltà da parte della Multinazionale a giustificare in modo credibile la volontà di chiudere questa fabbrica, ancora non esiste un piano industriale, il tutto viene rinviato ad un ulteriore incontro, ma l’appuntamento di ieri è stato caratterizzato anche dalla scelta del Ministero di tenere la sindaca di Battipaglia fuori da quel tavolo di trattative. Alla sindaca vestita in modo ufficiale con la fascia tricolore, è stato fisicamente impedito di partecipare alla riunione. Un atteggiamento questo che si configura come una gravissima offesa istituzionale per la quale sarebbe bene che qualcuno provvedesse a porgere le scuse ufficiali. Un atteggiamento che si configura non soltanto come espressione di una concezione approssimativa della democrazia, ma soprattutto si presenta come una offesa intollerabile alla città di Battipaglia, alla comunità di Battipaglia, alla comunità della Piana del Sele che in quel momento la sindaca vestita in forma ufficiale rappresentava. La sindaca di una città rappresentava, in quel momento, un’intera area impegnata in una battaglia per la questione più importante in assoluto la questione del lavoro. Chi pensa che questo atteggiamento arrogante ed offensivo possa scoraggiare le istituzioni locali battipagliesi o la comunità di Battipaglia, affinché lascino soli i lavoratori della Treofan, ha sbagliato direzione. Il Comune di Battipaglia, la Sindaca, il Consiglio Comunale tutto, che già in altra occasione ha espresso all’unanimità la partecipazione alla vertenza Treofan continueranno ad essere vicino ai lavoratori. Sappiamo bene che la battaglia è dura, ma sappiamo che essa è diventata ormai un simbolo della lotta per il lavoro dell’intero Mezzogiorno d’Italia. Non è una minaccia, ma vogliamo ricordare a tutti che quest’anno ricorrono i 50 anni della rivolta del ‘69 che vide tutta la Città di Battipaglia in piazza a bloccare l’Italia intera su un tema che, anche allora, si chiamava lavoro. Noi siamo in piazza non solo per i lavoratori della Treofan, ma siamo in piazza per il futuro dei nostri giovani, siamo in piazza per il futuro della città di Battipaglia, siamo in piazza per il futuro dell’intera Piana del Sele, chiediamo a tutti, forze politiche, associazioni di categoria e di ogni tipo di partecipare a tutti i momenti di lotta che tutti i lavoratori della Treofan e tutte le organizzazioni sindacali intenderanno indire. Questa battaglia va vinta e va vinta con la presenza e la partecipazione di tutti.
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