VESCOVO BELLANDI: “E’ EMERGENZA EDUCATIVA”

Alla vigilia del nuovo anno scolastico, anche il vescovo di Salerno ha voluto rivolgere il suo augurio agli studenti salernitani molti dei quali il 24 torneranno in aula, al netto dei tanti comuni che hanno scelto di rinviare ancora il suono della prima campanella al 28 settembre e primo ottobre. Sono tanti i punti oscuri, i motivi di preoccupazione, gli interrogativi che accompagnano questa ripresa e che riempiono le pagine dei giornali e degli altri organi di informazione, sui quali sono spesso chiamati ad offrire il proprio contributo di riflessione politici, intellettuali, dirigenti scolastici – ha scritto monsignor Andrea Bellandi- Tutti giustamente preoccupati del futuro delle attività scolastiche, ma nelle cui analisi sembra essere trascurato quell’accorato “grido di allarme” sulla situazione giovanile, che più volte Papa Francesco ha espresso”. Bellandi ricorda le parole del santo Padre: «Per proteggere la vita bisogna amarla, e oggi la grave minaccia, nei Paesi più sviluppati, è la perdita del senso di vivere. Le prime vittime del vuoto di senso di vivere sono i giovani»: ancora prima che scoppiasse la pandemia causata dal Covid-19.
Per il vescovo di Salerno oggi questo ammonimento del Papa risulta ancora più fondato. “La percezione di un vuoto che minaccia tutto quello che fanno, determinando una sottile disperazione, magari coperta dal moltiplicarsi di chat, foto da postare, brani musicali da ascoltare, lunghe navigazioni nella rete o – talvolta – esperienze “al limite” da provare: tutto per nascondere questo vuoto di senso che bussa inesorabilmente alla porta. Oltre e più che la paura del Covid-19, “il piccolo nulla quotidiano che tante volte rischia di dominare nelle giornate”, come confessava sinceramente un giovane universitario alcuni mesi fa”.
Bellandi lancia un altro monito: c’è un altro virus, ancor più pericoloso, da affrontare e sconfiggere, quello del nulla, o del nichilismo.
C’è un’emergenza, che è oltre e più profonda di quella scatenata dal Coronavirus ed è quella educativa. La Chiesa lo sta ripetendo da anni, ma adesso è così evidente che molti ne stanno prendendo coscienza. “Nessuno ha in tasca la formula risolutiva di questa emergenza. Già accorgersene è un primo passo. L’altro, non meno importante, è offrire ai giovani non soltanto una scuola più efficiente ed organizzata – obiettivo verso il quale sicuramente tendere – ma insegnanti-educatori che risveglino in loro il gusto della vita, attraverso la proposta di ideali e valori grandi per i quali il loro cuore è originalmente fatto. Volendo loro bene”

Autore dell'articolo: Monica Di Mauro