VESTIZIONE A CASA “RETRIBUITA”, LA CORTE D’APPELLO RIBALTA LA SENTENZA E RICONOSCE I RISARCIMENTI AGLI AGENTI DELLA MUNICIPALE

“Finalmente la divisa della polizia municipale è pari alle altre forze dell’ordine”. La Corte d’Appello ribalta la sentenza di primo grado sui tempi di vestizione e spiana la strada al risarcimento per gli agenti. La vertenza, iniziata anni fa con la battaglia condotta dalla Csa a Salerno, portò ad un’azione giudiziaria nei confronti dell’amministrazione, la quale sosteneva che la retribuzione per la vestizione al di fuori dell’orario di lavoro non rappresentasse un diritto. Rappresentati dagli avvocati Michele De Felice di Salerno e Bruno Cossu di Roma, agenti e sindacato hanno impugnato la sentenza di primo grado sfavorevole e vinto il ricorso in Appello, con il riconoscimento di pari dignità alla polizia municipale rispetto alle altre forze dell’ordine. Ora gli interessati avranno diritto ad un rimborso pari a 30 minuti per ogni turno lavorativo nel periodo anteriore la deliberazione di giunta comunale del 2015, con cui la materia veniva regolamentata.

“Il mio pensiero non va solo alla vertenza di Salerno ma a tutti i comandi dove i vigili compiono la vestizione a casa sottraendo tempo alla famiglia – sottolinea Angelo Rispoli, segretario Csa – Un segnale importante per la parificazione con le altre forze dell’ordine. Plaudiamo alla Corte d’Appello che ha avuto il coraggio di portare avanti una posizione innovativa e ringraziamo i nostri avvocati che hanno saputo illustrare le nostre ragioni, nonché la tenacia di 80 colleghi della municipale di Salerno che hanno sostenuto i costi di una battaglia per i loro diritti. Questa è una sentenza che farà da apripista: nei prossimi giorni, dopo il dispositivo, attendiamo le motivazioni, dopodiché chiederemo al Comune di risarcire gli agenti – conclude Rispoli – La nostra battaglia per la dignità continuerà in ogni sede”.

Autore dell'articolo: Barbara Albero