ZEMAN E DI VAIO, INDIMENTICABILI A SALERNO

Lo stadio Arechi è senza dubbio uno dei più caldi dell’attuale campionato di Serie B ed è sempre spiccato come uno dei più passionali del Meridione calcistico. Nonostante la squadra di casa, ossia la Salernitana, abbia disputato solamente una stagione nel massimo campionato italiano, quest’impianto ha visto, soprattutto negli ultimi trent’anni, una serie di stagioni di calcio divertente e dinamico. Due sono state le figure delle grandi imprese della squadra campana. La prima è quella di un guru del calcio offensivo, quel Zdenek Zeman che dall’estate del 2001 al dicembre 2002 è stato il tecnico della squadra granata.

Il boemo, che in precedenza aveva allenato anche Roma, Lazio e Napoli, tutte oggi tra le possibili candidate a una qualificazione alla Champions League se diamo un’occhiata alle quote della Serie A più attuali, ha attuato una vera e propria rivoluzione a Salerno. Il suo calcio spettacolo, basato su un 4-3-3 vecchia scuola ma improntato totalmente al gioco offensivo, fu una vera e propria benedizione per i tifosi che potevano recarsi all’Arechi, i quali iniziarono a sognare in grande nella stagione 2001-02. In quell’annata, nonostante la mancata promozione in Serie A i granata si guadagnarono le prime pagine dei giornali per le loro straordinarie vittorie a suon di goal. Il centravanti Fabio Vignaroli, mai così prolifico nella sua carriera, e l’ala Giorgio Di Vicino, furono tra i grandi protagonisti di quell’annata mettendo in mostra le loro grandi caratteristiche, che grazie allo schieramento offensivo impostato dal tecnico ceco venivano esaltate alla grande. Di quella storica annata resterà nella memoria di tutti i tifosi granata la vittoria sul Napoli per 3-1 in un derby dominato dal primo all’ultimo minuto dalla squadra di Zeman, il quale a sua volta prendeva una rivincita non da poco sulla società che lo aveva licenziato un anno e mezzo prima.

La seconda figura più rilevante degli anni moderni della Salernitana è un attaccante romano che ha lasciato un ricordo dolcissimo all’Arechi. Parliamo di quel Marco Di Vaio che prima ancora dell’arrivo di Zeman avrebbe reso grandi i granata, contribuendo in modo decisivo alla storica promozione ottenuta nella stagione 1997-98. Arrivato dal Bari, doveva aveva già ben figurato l’anno prima in B, Di Vaio sarebbe stato il grande bomber dei granata con 21 reti, contribuendo così in maniera netta e decisa all’ascesa al massimo proscenio del calcio italiano della squadra allora allenata da Delio Rossi. Il primo posto finale fu frutto del lavoro collettivo di una squadra unita verso il grande obiettivo della prima e storica promozione in Serie A, categoria nella quale poi i granata avrebbero giocato poi soltanto una stagione. Nell’annata successiva, infatti, la squadra allenata prima da Rossi e poi da Oddo, che subentrò a stagione in corso, non sarebbe riuscita a evitare la retrocessione in serie cadetta arrivando quindicesima in classifica nonostante le 12 reti proprio di Di Vaio, che poi sarebbe stato ceduto al Parma.

Oggigiorno Zeman e Di Vaio occupano ancora un posto importante nel cuore dei tifosi granata, che quest’anno sperano di tornare in Serie A.

Autore dell'articolo: Redazione