26 MILIONI DI FONDI PER LE PERIFERIE

Ventiquattro città e tra queste anche Salerno sono pronte a cambiare volto: progetti contro il degrado urbano, per la sicurezza, la rigenerazione di aree abbandonate, la cura del verde, la cultura, la riqualificazione di scuole, la creazione di impianti sportivi e di percorsi ciclo pedonali, il lavoro ai giovani e le start up. Si materializza, così, un impegno da 500 milioni per i 24 progetti migliori classificati per le periferie. L’impegno complessivo riguarda in tutto 120 interventi: le disponibilità economiche ci sono, il Cipe ha stanziato altri 800 milioni dei 1,6 miliardi che servono, gli altri 800 milioni fanno parte del fondo per le infrastrutture. E ai 2 miliardi saranno aggiunti fondi pubblici e privati per un totale di circa 4 miliardi. I numeri dei primi 24 progetti ammessi a finanziamento, prevedono un complesso di 604 interventi che ricadono sul territorio di 131 comuni e riguardano 12 milioni di cittadini. Il numero stimabile di occupati derivante dagli investimenti è pari a 12 mila persone con un tempo previsto per la realizzazione dei progetti pari a 38 mesi. Dei 604 interventi presentati, l’81% riguarda costruzioni e riqualificazioni, il 19% interventi sociali e culturali:. A salerno il progetto, il cui valore complessivo ammonta a circa 26 milioni di euro, prevede una serie di azioni integrate costituenti un insieme coordinato di interventi diretti alla riqualificazione urbana, alla rivitalizzazione socio-culturale e alla sicurezza delle periferie con architetture contemporanee e molto verde. L’ area interessata, in pratica la parte collinare del comune capoluogo, presenta delle forti criticità sia sul versante socio-economico e culturale che su quello ambientale,  molti edifici risalenti al sisma del 1980, attualmente abbandonati, presentano pannelli di amianto e dovranno quindi essere abbattuti e sostituiti dando comunque molto spazio alla socialità riducendo, da una parte, il forte degrado edilizio e dall’altra, il miglioramento della vita delle persone in queste zone.

Autore dell'articolo: Barbara Albero