E’ una corsa contro il tempo per salvare la Salernitana, evitandole mesi bui ed un finale amaro differito nel tempo. I trustee Bertoli ed Isgrò sono attesi in Figc per riferire sullo stato dell’arte. E, se dopo il comunicato dello scorso 9 dicembre, sembrava solo questione di pochi giorni per scegliere l’offerta migliore, dalle ultime indiscrezioni filtrate in queste ore sembrerebbe che ci siano delle difficoltà ancora inerenti la presentazione stessa delle offerte vincolanti. In pratica, formalmente perfette, le stesse mancherebbero di un requisito sostanziale, cioè il versamento della caparra. Tra anticipi della somma complessiva e modalità di pagamento della stessa, insomma, il rischio è che siano sempre, ancora e soltanto i soldi, il vil denaro, a complicare le cose. E, del resto, anche questo non meraviglierebbe nessuno visto e considerato il punto in cui siamo. Bisognava scegliere altre strade, occorreva sottrarsi a qualsiasi tagliola e spada di Damocle, non rintanarsi dentro una sorta di clessidra virtuale nella quale ogni granello di sabbia che scendeva equivaleva ad un giorno in meno di tempo. Nato male, congegnato in maniera contorta, il trust non ha aiutato, non ha risolto i problemi della Salernitana, che risalgono tutti in capo ad un male assoluto, la multiproprietà e quelle maledette proroghe di cui la società granata si è nutrita per anni. Troppi anni sono passati prima che la Figc aprisse gli occhi e la promozione in massima serie ha solo fatto precipitare gli eventi, mettendo all’angolo Lotito e Mezzaroma, ma pure lo stesso Gravina. Tutti protagonisti di una guerra di posizione, fatta di ricatti e minacce, partita da lontano con il caso tamponi e la campagna mediatica contro Lotito, da una parte, e bilanciata dall’altra dalle rivendicazioni di chi sosteneva la eccessiva severità delle noif sul grado di parentela, aggiungendo, poi, che non era certo a maggio che la Salernitana potesse essere venduta. E, se da un lato era giusto e sacrosanto il rispetto del merito sportivo, dall’altro era altrettanto doveroso far rispettare le regole. Si è scelto un compromesso in nome di una finta pace ed ora bisognerà tirare altre somme e prendersi delle responsabilità, quelle che in estate nessuno ha avuto il coraggio di accollarsi fino in fondo. La speranza è che queste ore possano servire a rendere meno nebulosa e complicata una vicenda che resta piena di ombre.
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