“Nonostante i milioni di euro ottenuti per il “bando periferie” per la riqualificazione delle zone collinari, a Fratte continua a persistere un problema serio di degrado urbano e di sicurezza per la salute”. Il consigleire comunale di forza Italia, Roberto Celano punta l’indice sull’area di Fratte dove non è stata avviata la rimozione dei prefabbricati realizzati dopo il sisma del 1980. “Eppure trattandosi di manufatti palesemente danneggiati ed in cui è presente amianto, ci sarebbe obbligo di intervenire ad horas per rimuovere il materiale che è fortemente nocivo per la pubblica salute-scrive Celano- Né può essere motivo di inerzia per l’Amministrazione l’esistenza ormai da anni di un contenzioso con la ditta appaltatrice che potrebbe durare ancora qualche lustro. L’Ente avrebbe l’obbligo di intervenire per rimuovere il degrado, continuando magari in parallelo il contenzioso, anche nella consapevolezza che la zona è divenuta ricettacolo di rifiuti e, sovente, offre riparo ai senzatetto che, nel tentativo di penetrare nei manufatti, potrebbero ancor più facilmente sprigionare polveri di amianto”. L’intervento del consigliere arriva il giorno dopo un’altra importante operazione. Sono stati trasmessi alla procura della Repubblica, per accertare tutte le responsabilità, gli atti relativi al sequestro avvenuto nel pomeriggio di ieri, nei pressi del cantiere nel quartiere di Torrione, dove si sta procedendo alla demolizione dell’ex Istituto Sacro Cuore, per oltre 60 anni asilo gestito dalle suore, oggi di proprietà di una società privata. Un’area di 3000 m quadri dove erano in corso delle demolizioni, a pochi passi anche dal plesso che ospita le scuole elementari Matteo Mari. Sono stati proprio i cittadini residenti a segnalare preoccupazioni per l’intervento in corso che, come scoperto in seguito al sopralluogo degli agenti di polizia municipale, riguardava anche amianto. L’arrivo sul posto degli agenti del Nucleo decoro urbano e polizia ambientale, al comando di Rosario Battipaglia e diretti dal capitano Mario Elia ha consentito di accertare la presenza di diversi tubi in amianto, rimossi senza attenersi alla meticolosa e severa procedura che prevede l’intervento di imprese specializzate ed una serie di prescrizioni, accertata la pericolosità della dispersione in aria delle particelle prodotte dall’eternit. I vigili hanno richiesto sul posto anche l’intervento dei tecnici dell’Unità operativa di prevenzione collettiva dell’Asl e quelli dell’Arpac che hanno prescritto l’immediata copertura di tutti i detriti su una superficie di circa 3.000 metri quadrati, coperti con dei teloni. Ora sulla questione scatta l’inchiesta con possibile coinvolgimento della ditta incaricata di seguire i lavori e anche della società privata proprietaria dell’immobile.
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