Vincenzo De Luca non violò la legge quando nel 2008, all’epoca sindaco di Salerno e la Campania era in piena emergenza rifiuti, nominò un project manager per la realizzazione di un termovalorizzatore in aggiunta al tecnico già designato. Lo ha stabilito la Corte di Appello di Salerno, presidente del collegio Michelangelo Russo, che ha assolto il governatore della Campania “perché il fatto non sussiste” dopo due ore di Camera di Consiglio. Per De Luca, sospeso e politicamente “condizionato” dalla Legge Severino proprio sulla base di quella condanna di un anno riportata in primo grado per il reato di abuso in atti di ufficio, è la fine di un incubo. Ora che la condanna che aveva fatto scattare per lui la mannaia della Severino è venuta meno, potrà attendere con serenità il pronunciamento della Corte Costituzionale sulla legittimità della legge e governare senza la spada di Damocle di una possibile nuova sospensione. Con lui sono stati assolti anche gli altri due imputati del processo: il dirigente del settore Lavori Pubblici del Comune di Salerno, Domenico Barletta, e il capo staff di De Luca all’epoca dei fatti, Alberto Di Lorenzo. Salutata con soddisfazione la sentenza, De Luca non ha atteso a lungo per rendere pubbliche le sue riflessioni: “Anni di pesante aggressione politica e mediatica, per nulla. Anni di un calvario che avrebbe fatto scoppiare il cuore a chiunque” ha osservato il governatore che in serata si è goduto una cena molto intima con i suoi cari in un noto ristorante sul porto. Per De Luca si chiude nel migliore dei modi una vicenda nata nel 2008 con la nomina – all’epoca il sindaco di Salerno era anche commissario di governo – di un project manager, Alberto Di Lorenzo, da affiancare al tecnico già designato, l’ingegner Domenico Barletta, all’interno del gruppo di lavoro che doveva progettare la realizzazione di un inceneritore. Un’opera che non ha mai visto la luce. Per la procura quella nomina rappresentava un abuso in deroga ai poteri del commissario. Tesi fatta propria dal tribunale in primo grado che condannò De Luca a un anno quando era in piena corsa per le Regionali e determinando, di fatto, un empasse superato solo grazie alla sua proverbiale caparbietà. La sospensione appena eletto governatore, poi interrotta dal tribunale civile, fu la conseguenza sul piano politico-amministrativo di quella condanna. Fino alle 17.43 di ieri quando la Corte di Appello di Salerno, ribaltando quella sentenza, ha restituito a De Luca la piena agibilità politica.
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