E pensare che c’è stato un momento, anche molto lungo, durante il quale Matteo Renzi di Vincenzo De Luca neanche voleva sentirne parlare. Al di là di quello che si voleva far passare, la distanza tra il Premier, all’epoca all’apice del successo, e il sindaco di Salerno, ostinato candidato alle primarie del PD per la scelta dello sfidante di Caldoro alle Regionali, era siderale. Poi de Luca sconfisse Cozzolino, conquistò sul campo la candidatura e Renzi, obtorto collo, dovette accettarlo, ma lo fece con tutta una serie di precisazioni e distinguo. Il premier, nella doppia veste di capo del governo e segretario del PD, venne anche a Salerno per sancire il patto che poi si trasformò in successo. Renzi che pure non aveva nascosto idee diverse per la Campania, prese atto del successo, della forza del sindaco-sceriffo e voltò pagina. Rapporti cordiali, politicamente corretti tra i due, ma nulla di più. Ora il quadro è diverso. Sembra quasi che Renzi insegua De Luca, che cerchi la sua protezione: il Governatore della Campania è tornato ad essere, per l’ex sindaco di Firenze, il padre dei rottamatori italiani così come lo stesso Renzi lo aveva definito in occasione della sua prima venuta a Salerno quando il fiorentino era soltanto in lizza per la poltrona di segretario del PD, corsa che avrebbe poi perso ad appannaggio di Bersani. Dopo aver battuto in lungo e largo Napoli, due visite nel giro di pochi giorni e non si esclude una terza, Renzi come è noto sarà a Salerno il 25 aprile, nel giorno della Liberazione, una scelta forte, anche simbolica proprio perchè in una ricorrenza ufficiale, una festa nazionale quella della Liberazione. Renzi sarà a Salerno anche, e soprattutto, per partecipare all’inaugurazione della stazione marittima disegnata da Zaha Hadid e fianco a fianco del Governatore farà il pieno di decisionismo e autostima, qualità necessarie per provare a superare indenne il primo, vero, momento difficile della sua leadership che sembrava, fino a poco tempo fa, forte e inattaccabile. Ora Renzi sente sul collo il fiato delle inchieste giudiziarie, il rumore dei nemici, e quale pigmalione più adatto e scafato dell’ex sindaco di Salerno, dell’attuale Governatore della Campania, per cercare riparo, conforto e consigli, quel De Luca del quale il Premier preferiva non parlare, quasi prendendone le distanze, nei giorni in cui infuriava la polemica Severino e che oggi, invece, nel momento del bisogno sente vicino, molto più dei suoi giovani e acerbi collaboratori.
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