Con il Cittadella è giunta la quarta sconfitta interna stagionale e l’Arechi è tornato ad essere terra di conquista in un pomeriggio caratterizzato dal quarto d’ora di sciopero in curva cui è seguita una contestazione costante nei confronti del patron, Claudio Lotito, che ha diretto i cori dalla tribuna. Ed è giusto così perchè il presidente della Lazio e copatron granata dirige e decide e, insieme a suo cognato ed al diesse Fabiani, si assume nel bene e nel male la paternità delle scelte e dei risultati conseguiti. Ed anche per questa stagione la proprietà ha deciso di relegare la Salernitana nel limbo, in una sorta di beata mediocrità in cui ogni tanto si gioisce e qualche volta si soffre senza che la sostanza cambi più di tanto. Lo svuotamento progressivo dell’Arechi e la contestazione di chi c’era sabato sono due facce della stessa medaglia: la gente vuol sapere cosa ci sia nel futuro della Salernitana, quali programmi abbiano i patron e quali margini di crescita ci siano. Giunta al terzo campionato cadetto di fila, dovendo ancora assicurarsi la salvezza e, dunque, la partecipazione al prossimo, la Salernitana è come quell’alunno ripetente che si rifiuti di studiare per davvero, che non si sforzi di comprendere ma che reclami la promozione, seppur stentata, per anzianità. In tre campionati cadetti la Salernitana ha dimostrato di aver imparato poco dai suoi errori, anzi, quando ha avuto la possibilità di svoltare, ha puntualmente imboccato una sorta di vicolo cieco. La gente vuol sapere perchè anche in questa stagione non sia allestito un centrocampo all’altezza, perchè, partiti Coda e Donnarumma, non siano giunti sostituti all’altezza, perchè non si riesca da anni ad ingaggiare un centrale mancino e perchè Bernardini non abbia rinnovato un contratto che era stato virtualmente prolungato. Soprattutto, la gente vuol sapere se l’attuale proprietà intenda potenziare il settore giovanile, che oggi celebra l’Under 15 che ha raggiunto i playoff come fosse un risultato straordinario ed è così proprio per le difficoltà logistiche con cui dirigenti, tecnici e giovani atleti operano, se nei piani futuri ci siano la creazione di un vero vivaio o se anche sotto questo aspetto non si andrà oltre il minimo sindacale. Il paradosso è che ora come ora, nel momento di massima disaffezione verso la cosa granata, come sempre capita a questo punto della stagione c’è bisogno della gente per dare l’ultima spinta verso la salvezza ad una squadra che è di nuovo in preda alla confusione e che accusa un calo sotto l’aspetto fisico e mentale. E proprio per questo la gente vuol sapere se per i patron conti davvero l’affetto e la presenza di tutti e non solo del famoso zoccolo duro che è sicuramente importante ma non può diventare l’unico interlocutore: il rischio è che, rapportandosi ai cinque- sei mila che lo compongono, Lotito e Mezzaroma ritengano che non ci siano i margini per fare di più in sede di costruzione della squadra. La gente vuol sapere perchè il Cittadella può puntare al vertice con un budget esiguo e senza pubblico e la Salernitana no.
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