AMMINISTRATIVE A SALERNO: UN BEL REBUS –

Amministrative a Salerno: un bel rebus. Terminata l’epopea De Luca è evidente la confusione in tutti gli schieramenti. Nessuno escluso. A cominciare proprio dal centro-sinistra che, nell’impossibilità di presentare all’appuntamento con l’elettorato salernitano il suo mattatore, continua a navigare a vista. Al momento la situazione sembra cristallizzata nel senso che, a meno di clamorose novità toccherà ad Enzo Napoli, dopo questa lunga fase di apprendistato da facente funzioni, capeggiare lo schieramento che questa volta comprenderà anche forze di centro a cominciare dall’UDC. Pur nella sua complessità quella relativa al PD e ai Progressisti salernitani resta, però, la situazione meno complicata in quanto sarà sufficiente che De Luca esprima l’indicazione per mettere tutti tranquilli, aspiranti e pseudo. Cosa che, invece, non può avvenire nel centro-destra dover l’assenza di un leader unico e riconosciuto sta creando i presupposti per una profonda frattura. In verità, nelle ultime settimane, ci sta provando Stefano Caldoro, da Napoli, a mettere insieme i pezzi. Proponendo il nome di Gaetano Amatruda il capo dell’opposizione in Consiglio Regionale si propone, sempre più, come principale alternativa a De Luca anche nel comune capoluogo. Con Mara Carfagna e Forza Italia, Caldoro ha già raggiunto l’intesa sul nome di Amatruda, attraverso i buoni uffici di Fasano anche il Movimento Noi con Salvini si è allineato. Resta da convincere Cirielli, l’osso più duro. A rasserenare il leader di Fratelli d’Italia potrebbe essere, però, Giorgia Meloni soprattutto nel caso in cui a Caserta, per le amministrative, la scelta per la guida della coalizione di centro-destra, come appare probabile, dovesse ricadere su un esponente di Fratelli d’Italia. A quel punto Cirielli, per ragioni di partito, farebbe un passo indietro, sfilando il nome di Iannone dal tavolo. Infine il Movimento 5 Stelle, terzo incomodo, ma per nulla sereno come dimostrato dalla vicenda dell’esclusione di Dante Santoro. Il movimento, attraverso il leader Beppe Grillo, ha azzoppato il 28enne avvocato salernitano che, tra lo stupore di tutti e il mal di pancia degli attivisti della prima ora era lanciatissimo verso la vittoria e la candidatura a sindaco per il movimento. Eliminato il problema Santoro, terminato l’incubo, ora i pentastellati sono liberi di adottare lo strumento più adatto per la scelta del candidato sindaco. Scommettiamo che sarà riproposto l’Election Day bocciato fino a quando era in campo il giovane avvocato salernitano?

Autore dell'articolo: Marcello Festa