CIAO PIERINO… LA SCOMPARSA DI PRATI, I RICORDI DI SALERNO

L’Italia del pallone lo ricorderà giustamente per la tripletta al Bernabeu con il Milan contro l’Ajax di Cruif (primo ed unico italiano finora a portarsi il pallone a casa in una finale di coppa dei campioni), o per l’unico europeo vinto dalla nazionale italiana fino ad oggi. Ed anche per il secondo posto ai campionati del mondo in Messico contro il Brasile di Pelè. Salerno però, i suoi tifosi e non solo non dimenticheranno mai quel ragazzino appena maggiorenne che era giunto in granata dal Milan per farsi le ossa in serie C e le ossa se le ruppe pure, ma contribuì comunque a suon di gol ad una promozione che non era probabilmente neppure in cantiere per l’ippocampo a quei tempi. Era e rimarrà la Salernitana di Pierino la peste, di Cominato, di Tom Rosati. E del masseur Bruno Carmando che – come sempre quando si tratta di storie tinte di granata – avrà un ruolo determinante nel recupero e nella riabilitazione di Prati dopo un infortunio che a quei tempi era quasi una sentenza. Pierino Prati è morto ieri a settantatré anni dopo una lunga malattia. Contribuì al ritorno dei granata in B nel 1966 con 10 gol in 19 partite per poi spiccare il volo nella scala del calcio con il Milan. Ma anche con le laglie di Roma e Fiorentina. Con i rossoneri ha vinto uno scudetto, due coppe Italia, una Coppa dei Campioni, due Coppe delle Coppe e l’Intercontinentale.

 

Tutto, però, era iniziato nel glorioso Donato Vestuti con la maglia della Salernitana. Prati viene spedito giovanissimo nei granata del sud, per maturare. Il Milan lo aveva ceduto in prestito in Campania assieme a Giuseppe Corbellini, grazie all’abilità dell’allora factotum granata, Bruno Somma. Quella squadra guidata in panchina da Tom Rosati non aveva grosse risorse, il ritiro lo fece in città, sul masso della signora. Tra un bunker lasciato dai tedeschi e l’altro c’era modo di vedere il Vestuti in lontananza. Prati aveva l’istinto del bomber e nonostante la giovane età si fece subito strada a suon di gol. Pronti via e nel match d’esordio innesca una doppietta che stende il Lecce a domicilio al Pranzo, che non era solo l’orario del pasto con cui i granata fecero di un sol boccone i pugliesi ma il nome del vecchio impianto sportivo salentino. Era il 19 settembre del ’65: al rientro dalla trasferta, nel piazzale dello stadio, alcuni tifosi gli strapparono una giacca per la gioia. Ed ancora gol e prestazioni sugli scudi insieme a Cominato e tutta la banda del ‘66. Il 9 gennaio però aveva da poco compiuto 19 anni: a Torre Annunziata segnò nel derby al Savoia e… nella stessa azione si ruppe la tibia. Ben 15 partite di stop, sarebbe rientrato un girone dopo. Ovviamente timbrando il cartellino al Vestuti nel 2-0 proprio ai danni dei bianconeri. Mesi difficili superati grazie al massaggiatore, Bruno Carmando. Lo portava sul lungomare a fare lunghe passeggiate in stampelle per provare ad accelerare la sua guarigione. Il ritorno in cadetteria dopo dieci anni fece impazzire la città, convinta di poter aprire un ciclo. La Salernitana ha espresso ieri il cordoglio per la scomparsa del campione. Il Milan ha fatto altrettanto, definendolo “un gigante della nostra storia”. Anche il Comune di Salerno ha voluto ricordarlo: “Apprendiamo con grande dolore la tristissima notizia della morte di un attaccante straordinario, un uomo generoso che negli anni in granata conquistò il cuore dei tifosi e dell’intera città. Proprio da Salerno spiccò il volo per successi che l’hanno reso uno degli attaccanti più forti della storia del calcio salernitano prima e poi nazionale. Conservò un rapporto speciale di simpatia con città e tifosi ricordandone l’affetto”, il saluto più che la nota del sindaco, Enzo Napoli che sintetizza il saluto dell’intera città a Pierino la peste.

Autore dell'articolo: Eugenio Marotta

1 commento su “CIAO PIERINO… LA SCOMPARSA DI PRATI, I RICORDI DI SALERNO

    Matteo Polverino

    (Giugno 23, 2020 - 11:37 am)

    Se ne ve un pezzo di cuore di noi tifosi salernitani che abbiamo visto sbocciare questo grande calciatore in giovanissima eta’. Sei stato un nostro grande idolo sia a Salerno sia negli anni successivi nella massima serie. Ciao “Pierino la peste” campione di calcio e di modestia

I commenti sono chiusi