CODA-DONNARUMMA: GEMELLI DIVERSI

Due facce di una stessa medaglia che lo scorso anno ha portato in dote la salvezza con tanto di trenta gol… e lode all’attivo. Massimo Coda e Alfredo Donnarumma, di professione bomber che nel campionato passato agli archivi hanno messo a segno, rispettivamente 17 reti il primo e 13 il secondo. Due facce di una stessa medaglia anche quest’anno. Peccato che fino ad oggi si debba parlare di rovescio della medaglia. Da una parte lo smalto che splende a suon di reti preziose, scintillanti e importanti di Massimo Coda, 7 sigilli fino ad oggi, tutti di pregevole fattura con la doppietta di sabato scorso che ha permesso alla Salernitana di espugnare il Matusa di Frosinone. Dall’altra quella opaca, sbiadita, quasi arrugginita di Alfredino Donnarumma da Torre Annunziata, costretto a fare i conti prima con le esclusioni di Sannino per far posto a Rosina, poi con quelle di Bolini a causa di un modulo che non esalta certo le sue caratteristiche di seconda punta. L’ex Teramo finora ha messo a segno appena tre reti: una contro il Trapani, l’altra subito dopo – ininfluente contro la Spal a Ferrara e poi contro la Pro Vercelli all’Arechi. Partiamo proprio da Donnarumma. Una stagione strana la sua, iniziata ancora prima del semaforo verde del campionato con le sirene di mercato che lo volevano un po’ ovunque e che alla lunga avranno finito per condizionarlo. In negativo, a quanto pare. Poi il braccio di ferro per l’adeguamento del contratto ed infine il cambio di agente: passato dalla scuderia Raiola alla corte di Giuffredi. In campo, però, la musica non è cambiata. Donnarumma ha faticato all’inizio, ha perso terreno a metà strada sacrificato sull’altare dell’equilibrio per poi avere un leggero scatto d’orgoglio che però Sannino non ha saputo sfruttare. E siamo all’oggi. Il tridente non è certo il suo modulo. Bollini all’esordio sulla panchina granata a Bari gli ha concesso l’ultima mezzora. A Frosinone, invece, è rimasto a bordo campo per tutto il match. Inevitabilmente, con il mercato alle porte, si parla di una possibile partenza dell’ex Teramo verso altri lidi che puntino sulle sue caratteristiche. La Salernitana resta alla finestra, ma per parlare aspetta offerte concrete. Altrimenti ciccia. Basti pensare che a inizio stagione, il club granata ha respinto l’unica (v e r a) offerta del Foggia in lega Pro che era disposto a mettere sul piatto una cifra complessiva di un milione di euro (600mila sull’unghia più il resto in caso di promozione). Il resto erano soltanto favolette messe su ad arte da galoppini, faccendieri, scagnozzi di turno o tromboni mediatici che si prestavano ad un gioco che non ha certo fatto bene al ragazzo. Con il mercato di riparazione alle porte, la speranza è che non si ripeta la stessa storia. Per il bene del giocatore e della stessa Salernitana. Qualsiasi sia l’esito delle operazione. E’ bene fare chiarezza con l’attaccante e poi decidere il da farsi.

Il rovescio della medaglia, stavolta in positivo, porta al nome di Massimo Coda. Un attaccante di razza, un giocatore imprescindibile qualsiasi sia il modulo con cui si intenda giocare. L’ex Parma sta dimostrando ancora una volta il calibro dei suoi colpi. La Salernitana è stata lungimirante lo scorso anno, quando lo ha prelevato dai ducali ed ha fatto bene a blindarlo quest’anno, con tanto di adeguamento contrattuale. Il suo agente Beppe Galli, gongola, le sirene della massima serie chiamano, ma Coda prova a mettere la cera nelle orecchie. E intanto continua a bucare le reti avversarie con una precisione chirurgica. Che dire poi della bellezza delle sue marcature. A Frosinone, Coda ha fatto tris. Non solo la doppietta, ma anche la classe di assumersi la responsabilità del momentaneo pareggio frusinate per scagionare il suo compagno ed amico Terracciano. Un colpo di coda. Uno dei tanti del bomber.

Autore dell'articolo: Eugenio Marotta