All’indomani del dissequestro delle Fonderie Pisano, a Salerno, i lavoratori e i sindacati esultano: “Per noi è stato un miracolo, non un regalo di Natale”, commenta il rappresentante sindacale rsu, Angelo Clemente che aggiunge: “ora dobbiamo delocalizzare l’impianto. I siti individuati dall’azienda sono dodici più uno che aveva dato il ministero, oltre ad un altro sempre indicato dal ministero che non si trova proprio a Salerno. Ci sono tre, quattro siti fuori provincia, tutti in province diverse. Ma noi non li vogliamo proprio calcolare, perché abbiamo altri dieci, dodici siti nel Salernitano da poter valutare, considerando anche Campagna e Giffoni. Di questi siti bisogna cercare di individuare quello più appetibile. Se la Regione si muove, cosa che sta facendo, la situazione la possiamo chiudere, non andando ad arricchire altre province perché noi siamo le Fonderie Pisano Salerno da 150 anni. In questo momento l’azienda deve essere riavviata, non è una cosa immediata. A dicembre credo che faremo pochi giorni di produzione perché non abbiamo molte commesse che si aggirano tra il 15 e il 30%. Si tratta di una riapertura incondizionata, ma il problema è che mancano le commesse. Noi ci rimbocchiamo le maniche per ricominciare a lavorare”. Nel corso dell’assemblea dei lavoratori, tenutasi questa mattina, la sindacalista Francesca D’Elia (Cgil) ha ribadito: “La proprietà ha dimostrato che sta esplorando altri siti possibili da valutare con le comunità locali. Stasera ci sarà, a Battipaglia, un consiglio comunale monotematico proprio sulle fonderie. Quello è uno dei punti di riferimento delle ipotesi di delocalizzazione. Per noi quello che conta è il progetto, quello che conta è che quel progetto deve diventare esecutivo e realizzabile nel più breve tempo possibile. Siamo contenti ma dobbiamo lavorare anche in una concreta prospettiva futura”. Èpiù cauto, invece, Anselmo Botte (Cgil) che parla di una “tappa importante di questa lunga e delicata vertenza. La fine dei questa vertenza però non può che essere la delocalizzazione. L’impianto non può più rimanere qui. Ormai circolano anche voci su siti fuori provincia e fuori regione. Se si dovesse verificare questo, andando via dalla nostra provincia, è una sconfitta per tutti, per la politica, le istituzioni, il sindacato”. Intanto, riguardo al dissequestro delle Fonderie Pisano, l’Amministrazione Comunale di Salerno ha espresso rispetto per le decisioni assunte in ogni fase della vicenda dalla Magistratura e dagli organi di controllo. “Nel contempo – si legge in una nota – ribadisce il proprio impegno per il rispetto della legalità, la tutela della salute dei cittadini e dell’ambiente, la salvaguardia dei posti di lavoro e della produzione anche nella prospettiva della delocalizzazione dell’impianto”.
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1 commento su “RIAPERTE LE PISANO: LA GIOIA DEI LAVORATORI – ”
angelo
(Dicembre 14, 2016 - 12:31 pm)UNA AUTENTICA VERGOGNA QUESTA RIAPERTURA. QUELLA FABBRCA NERA E’ COMPLETAMENTE FUORI LEGGE ED INQUINA. SONO STATI AìUTORIZZATI AD INQUINARE FINO A QUANDO NON RTROVANO E COSTRUISCONO UN ALTRA FABBRICA A NORMA. CIOE FRA 10 ANNI SE TUTTO VA BENE!!!!
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