CORSI E… RICORSI: CHE NON CI SIA IL TRE DOPO IL DUE!

La Salernitana insegue la salvezza anche per sfatare il detto “non c’è due senza tre”. La squadra granata è alla sua terza partecipazione al campionato di massima serie e nelle due precedenti occasioni non è mai riuscita a salvarsi. E sia nel 1947- 48 sia nel 1998- 99 la retrocessione avvenne all’ultima giornata e sempre per un solo punto. Ai tempi di Gipo Viani e delle gare giocate al Comunale di Piazza Casalbore, successivamente intitolato a Donato Vestuti, la Salernitana, che attuava il celeberrimo “Vianema”, prese parte ad un torneo atipico, con 21 squadre ai nastri di partenza in seguito al patriottico ripescaggio della Triestina. La squadra alabardata si classificò al secondo posto insieme a Milan e Juve e dietro solo al Grande Torino, i cui eredi saranno i prossimi avversari della Salernitana tra sette giorni. In quella stagione la Salernitana ebbe degli alti e bassi e pagò una netta flessione nel girone di ritorno, ma anche l’ostile direzione di gara del signor Pera in occasione della gara con la Roma, persa per uno a zero e pesantemente condizionata dalle decisioni del fischietto nativo di Lucca e tesserato per la sezione di Firenze. A fine campionato, quella sconfitta pesò notevolmente. Il Napoli fu retrocesso all’ultimo posto per tentata corruzione. Vicenza ed Alessandria collezionarono meno punti dei granata che si sarebbero salvati se la formula inedita, con 21 squadre, non avesse previsto una retrocessione in più. E la quarta retrocessa fu la Salernitana che chiuse a 34 punti, uno in meno della Roma, squadra della Capitale, la cui retrocessione sarebbe stata inopportuna. Cinquant’anni dopo, nella primavera del ’99, indimenticabile per i tragici eventi che la segnarono, la Salernitana di Oddo fu autrice di una rimonta entusiasmante, con la sconfitta di Cagliari unico neo delle ultime otto giornate. All’ultima partita, a Piacenza, la Salernitana pareggiò uno a uno contro una squadra già salva, ma particolarmente motivata. Sul risultato pesarono anche le decisioni dell’arbitro Bettin di Padova, prossimo al pensionamento. Il Perugia, sconfitto in casa dal Milan, neo campione, si salvò con un punto di vantaggio sui granata che chiusero a quota 38: mai nessuno prima era retrocesso con quel bottino ed in seguito solo il Carpi di Castori avrebbe conosciuto la stessa amarezza con identico bottino (le retrocessioni erano tre e non più quattro). Ancora una volta la formula con quattro retrocessioni non aiutò la Salernitana. L’attuale Serie A prevede tre retrocessioni e la Salernitana, al momento ultima con nove lunghezze di ritardo e due gare in meno rispetto al Cagliari, ha ancora la possibilità di risalire la china. Inutile fare calcoli e tabelle, meglio concentrarsi solo su se stessi pensando ad affrontare al meglio ogni partita. Tanti incroci e tanti scontri diretti sono ancora in calendario e pendono anche le questioni legate ai possibili recuperi con Venezia ed Udinese. In meno di due mesi si può ancora provare a riscrivere un verdetto che sembrerebbe già scritto. Anche per smentire, almeno per una volta, quell’antico adagio del non c’è due senza tre.

Autore dell'articolo: Nicola Roberto