IN COSTRUZIONE UN NUOVO IMPIANTO A BIOMASSE –

Cresce la “passione” di numerosi imprenditori, ansiosi di produrre energia elettrica da fonti rinnovabili. Costruire nuovi impianti tecnologici per la produzione di energia elettrica (da alimentare a biomasse legnose), sembra sia diventato il business del giorno. Così in una nota il consigliere comunale di Salerno di Tutti Gianpaolo Lambiase che sottilinea che nascono addirittura aziende specializzate, capaci di seguire in progress tutta la pratica, dallo “studio di fattibilità” fino alla completa realizzazione “chiavi in mano”. Sono a disposizione incentivi statali, che ammontano a centinaia di milioni di euro l’anno.

La provincia di Salerno è “terra di conquista”! Ci sono proposte di realizzazione o impianti addirittura in costruzione a Baronissi, Eboli, Serre, Giungano, Olivetro Citra, Paestum.

Tanti Sindaci hanno manifestato contro le nuove centrali, consapevoli del fatto che:

  • gli impianti a biomasse sono ormai superati, ma si insiste per una questione meramente affaristica;
  • le biomasse che alimentano l’impianto producono inquinamento da fumi e micro-particelle emesse nell’aria;
  • non si rispettano le distanze tra l’impianto e le civili abitazioni;
  • c’è necessità di continuo rifornimento con camion del materiale da bruciare, che è scarsamente reperibile nelle vicinanze, a meno che non venga recuperato col taglio dei boschi, mettendone in discussione la capacità di rigenerazione.

Su segnalazione della locale sezione di Sinistra Italiana di Pontecagnano, scopriamo per caso che anche a Salerno, nella zona industriale in via Scavate Case Rosse, è in costruzione un nuovo impianto a biomasse. Le “procedure semplificate” previste per ottenere l’autorizzazione a costruire, hanno fatto sì, che addirittura gli Amministratori Comunali pare non siano a conoscenza della realizzazione dell’opera.

L’impianto sta sorgendo nel piazzale annesso (e di servizio) ad una attività produttiva in zona ASI, che ha “chiuso i battenti”. L’uso del piazzale è stato concesso attraverso la stipula di un contratto di locazione, da parte dei titolari della vecchia azienda.

Oltre alle conseguenze negative per l’ambiente e per la comunità che abita in zona, è doveroso porre altre domande:

  • può assistere l’ASI impassibile allo spezzettamento e/o smantellamento delle attività presenti in zona industriale, senza produrre proposte di riconversione e/o di riutilizzo funzionale dei suoli?
  • saranno più vigili gli Amministratori comunali, nel caso di altri impianti da realizzare sul territorio comunale?
  • prima della attivazione dell’impianto, nell’interesse dei cittadini, è possibile verificare la “bontà” delle motivazioni che hanno autorizzato la nuova costruzione?

Autore dell'articolo: Barbara Albero