D-DAY. DOMANI IL CONSIGLIO FEDERALE: DENTRO O FUORI

In serie A niente partite fino al 14 giugno, in b non prima del 27. Sempre di giugno. La cadetteria resta in apnea ed eventualmente mette anche in conto di dover superare ferragosto per concludere la stagione. Il problema è riaprirla: non prima del 27 giugno, come detto, ma dopo una corsa ad ostacoli che è fatta di protocollo, allenamenti ufficiali e di gruppo.

Oggi riprendono solo quelli individuali e… facoltativi: i calciatori potranno rientrare al centro sportivo Mary Rosy, quartier generale della Salernitana. La Serie B, attraverso il presidente di Lega, Balata, ha chiesto «riforme immediate per far ripartire il sistema». Attende con ansia, però, le linee guida che il Comitato tecnico scientifico dovrà indicare. «Fino al 25 maggio, niente ripresa, in attesa delle disposizioni ministeriali», aveva precisato e conferma il club granata con riferimento all’attività di gruppo, quella che coinvolge tutti, anche i medici del calcio. «Non siamo bodyguard», ha ribadito ieri Castellacci, il loro presidente, accendendo di nuovo i riflettori sulla questione della responsabilità.

E poi c’è il tema infortuni: più aumenta il periodo di inattività dei calciatori e maggiore sarà il rischio di farsi male. Lo ha ribadito ieri l’Assocalciatori, attraverso il vice presidente Calcagno: «Il periodo di sosta è stato lungo – ha detto – è una problematica che dovremo affrontare. Ci sono calciatori più preoccupati e altri meno sulla questione infortuni, ma è una criticità. Ci siamo abituati a non innamorarci delle date. Dobbiamo iniziare a ragionare anche sui protocolli successivi. Le squadre affronteranno, alla ripresa, le trasferte, pullman, aeroporti».

Prima che il Covid bloccasse tutto, la Salernitana era riuscita a programmare solo la trasferta di Chiavari contro l’Entella, la prima da affrontare fuori casa dopo la sfida al Pisa. Se si riprendesse. Tutti fanno i conti con le spese, pure quelle per l’acquisto dei tamponi. Ieri ha iniziato il Venezia e il dg Scibilia ha detto: «Un tampone ci costa circa 100 euro. C’è già un costo di partenza, figurarsi se dovremo ripetere tutto ogni quattro o cinque giorni. Giocare solo i play-off o play-out? Sarebbe una decisione iniqua e scorretta, si gioca tutti o nessuno». Insomma si naviga a vista e l’unica certezza è… l’incertezza.

La Federcalcio non ha solo bloccato eventi fino al 14 giugno ma ha anche convocato il Consiglio Federale, domani. Si parlerà della stagione da completare (date, contratti da allungare ai calciatori) e di licenze nazionali per la prossima. Tra i criteri propedeutici all’iscrizione c’era la scadenza del 22 giugno per il pagamento degli stipendi di marzo, aprile e maggio ai tesserati. E’ scontato che questa scadenza venga rinviata ma è anche probabile che si arrivi ad una percentuale di pagamento: il club è in regola con la liberatoria se, entro una data fissata e necessariamente più lontana, avrà pagato il 50-60% dell’importo previsto. E’ una ipotesi di lavoro, i club si consultano, ragionano e nel frattempo mediano tutti sugli stipendi.

I tifosi ribadiscono il loro pensiero di non giocare: volantini, striscioni, post su facebook sono stati utilizzati anche dagli ultras della Salernitana per ribadire la propria ferma e fiera opposizione al calcio senza pubblico.

Autore dell'articolo: Eugenio Marotta