E’ stata una lite sull’affissione dei manifesti elettorali di un candidato di Forza Italia alla Regione Campania, Romano Ciccone, a scatenare la furia omicida che, ieri a Salerno, ha portato alla morte Antonio Procida, 42 anni, pregiudicato, e Angelo Rinaldi, 38 anni, incensurato, suo amico da sempre. A ordinare il duplice omicidio – secondo la ricostruzione della Squadra Mobile della Questura di Salerno – è stato Matteo Vaccaro, pregiudicato, in passato leader dell’omonimo gruppo criminale che operava nelle frazioni collinari della città di Salerno. Ieri mattina – sempre secondo gli investigatori – ha litigato con Antonio Procida su chi doveva affiggere i manifesti elettorali e nel pomeriggio, nella traversa Magna Grecia, lungo via Dei Greci, nel quartiere di Fratte, alla periferia della città, è arrivata la sua vendetta. A fare fuoco contro Procida e Rinaldi – sempre secondo l’ipotesi accusatoria – sono stati Guido Vaccaro, figlio di Matteo, 35 anni, pregiudicato, e Roberto Esposito, 44 anni, anche lui pregiudicato, sottoposti oggi a fermo dalla Polizia insieme a Matteo Vaccaro. I due killer hanno aspettato in macchina Procida e Rinaldi che sono andati all’appuntamento per chiarire le posizioni dopo la lite della mattina e invece hanno trovato la morte. Le due vittime avevano ottenuto il compito di affiggere i manifesti elettorali dallo stesso Ciccone. “Conoscevo Procida e Rinaldi – spiega oggi l’avvocato Ciccone – Erano venuti nel mio ufficio per chiedermi se potevano affiggere i miei manifesti elettorali. Erano persone normali, molto disponibili. La vicenda segnerà inevitabilmente questo mese di campagna elettorale e anche le future competizioni”, ha aggiunto Ciccone che ha annunciato che sospenderà subito le affissioni a Salerno e ha invitato gli altri candidati a fare la stessa cosa. Il primo a morire, sul colpo, è stato Angelo Rinaldi, colpito al cuore, mentre Antonio Procida, che stava dietro, è stato colpito due volte lateralmente ed è spirato in pochi minuti. I due sono stati raggiunti da alcuni colpi di arma da fuoco, presumibilmente una pistola revolver, sparati da distanza ravvicinata. Le indagini, coordinare dalla Procura della Repubblica di Salerno e condotte dalla Squadra Mobile della Questura, sono state rapidissime e in poche ore hanno portato al fermo dei presunti assassini nonostante non ci siano testimoni.
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