Avevano preso il controllo dello spaccio di stupefacenti nel Cilento costiero, mettendo in piedi una sorta di “supermarket” della droga, rifornito in particolare di eroina e molto attivo nel periodo estivo, quando i turisti affollano le spiagge a sud di Salerno: cinque persone sono finite in carcere, e altre cinque agli arresti domiciliari, nell’ambito di un’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Potenza e dei Carabinieri del Ros. I particolari dell’operazione sono stati illustrati stamani a Potenza, nel corso di una conferenza stampa a cui ha partecipato il Procuratore del capoluogo lucano, Luigi Gay, il pm Francesco Basentini, il colonnello Lorenzo Sabatino, dei Ros, e il comandante provinciale di Potenza dei Carabinieri, il colonnello Daniele Scardecchia. In carcere sono finiti Gerardo Presta, Vito Cairo, Fabio Cataldo, Christian Buda e Raffaele Nilo. Gli arresti domiciliari sono invece stati disposti per Graziano Liberti, Fortunato Grasso, Francesco Laterza, Rocco Autuori e Carmela Smarrazzo. Le indagini sono iniziate nel 2015, e rappresentano un tassello di un mosaico più ampio del narcotraffico tra Campania, Calabria, Basilicata e Sicilia che i Carabinieri stanno ricostruendo. Presta, secondo gli investigatori, era la figura “egemone” dello spaccio nell’area cilentana costiera, già in carcere prima, e ai domiciliari poi, in relazione ad altre inchieste: dai colloqui in carcere di quest’ultimo con un familiare, secondo quanto si è appreso, sono iniziati i rilievi dei militari, scoprendo che, nonostante i domiciliari, Presta continuava anche successivamente a gestire il traffico da Sapri. Forte di un legame di parentela con un esponente di una ‘ndrina calabrese e di una “rete” di pusher nell’area cilentana e nella zona di Eboli, Presta aveva organizzato una rete di spaccio che si riforniva a Giugliano, acquistando la droga da Cairo e Smarrazzo, due coniugi settantenni che a loro volta recuperavano gli stupefacenti nel casertano, da organizzazioni composte principalmente da extracomunitari, per poi portarli direttamente a Sapri viaggiando a bordo di una piccola utilitaria. Non sono emersi, al momento, legami di affiliazione del gruppo con clan campani o calabresi, ma c’era stato però un contatto tra Presta e una famiglia siciliana per un’eventuale “commercializzazione” dell’eroina nell’isola. Gli arrestati si muovevano con cautela, utilizzando anche vecchie cabine telefoniche ancora attive per comunicare con i pusher: l’eroina restava la droga maggiormente richiesta, e venduta (a circa 40 euro per dose) anche ai più giovani.
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