FERMATI DUE PRESUNTI SCAFISTI, UN LIBICO ED UN EGIZIANO –

Un libico e un egiziano sono stati fermati in queste ore dopo che la nave spagnola Cantabria è sbarcata al molo 3 gennaio, a Salerno con a bordo 400 migranti e le salme di 26 donne tra i 14 e i 18 anni. I due giovani, di trenta e ventidue anni, sarebbero due presunti scafisti.

La Procura della Repubblica di Salerno  ha assunto la direzione delle indagini ed ha effettuato con la Squadra Mobile della Questura di Salerno e con il Nucleo di Polizia Giudiziaria della Capitaneria di Porto di Salerno finalizzate ad individuare eventuali scafisti o facilitatori tra i migranti sbarcati ed a ricostruire i fatti.

Le indagini hanno consentito di acquisire fonti di prova integranti, gravi indizi di colpevolezza a carico di due uomini sbarcati dalla nave nei confronti dei quali è stato emesso decreto di fermo ex art. 384 c.p.p.

In particolare i due uomini sono accusati di aver contribuito, con le loro condotte, alle attività di tratta delle persone e di aver organizzato e trasportato almeno 150 persone circa a bordo di un gommone poi intercettato, in acque internazionali, dalla nave spagnola che ha provveduto al salvataggio dei migranti in occasione del I evento S.A.R..

All’identificazione dei due scafisti, Al Bouzid Mohamed Ali, di origine egiziana e dei Harar Al Mabrouc Wisam, di nazionalità libica, si è giunti grazie alle dichiarazioni di piu’ migranti che viaggiavano a bordo dello stesso gommone pilotato dai fermati.

Nell’ambito delle attività di indagine sono state poi raccolte dichiarazioni dei migranti che hanno permesso di accertare che almeno dieci migranti che viaggiavano sul gommone soccorso con il I evento S.A.R. sono caduti in acqua, a causa delle avverse condizioni del mare, e sono ancora dispersi.

Nel corso dell’attività di Polizia sono stati adottati 6 provvedimenti amministrativi di respingimento nei confronti rispettivamente di 3 egiziani e 3 marocchini.
311 migranti sono stati trasferiti, secondo il piano nazionale di ripartizione, presso le Regioni Piemonte, Emilia Romagna, Toscana, Lombardia, Veneto e Lazio.

 

Autore dell'articolo: Barbara Albero