FIALS MEDICI SU RAPIMENTO NEONATO: “VIA I VERTICI DEL RUGGI”

Il rapimento del bambino all’ospedale di Salerno ha due responsabili: il direttore generale dell’azienda “Ruggi”, Giuseppe Longo, e il direttore sanitario, Florenzano Maiorino. Chiedo immediatamente le loro dimissioni. Le scuse questa volta non bastano”. Non usa mezzi termini Mario Polichetti, dirigente della Fials Medici di Salerno, per commentare la vicenda del bambino portato via dalla madre dal reparto di Neonatologia – Terapia intensiva neonatale del plesso di Salerno, nonostante il divieto della magistratura.
“Come si fa a portare via un bambino da un ospedale senza che nessuno se ne accorga? Questo episodio il livello di sicurezza che c’è nella struttura di via San Leonardo. Si può arrivare in corsia con una pistola, nascondere una dose di droga o perfino “parcheggiare” una bomba carta. Che modo è questo di gestire la sanità pubblica e difendere l’incolumità dei pazienti”. Nessuna strumentalizzazione, ma per Polichetti è necessaria una riflessione su quanto accaduto.“Sperando che le forze dell’ordine rintraccino al più presto la donna e il suo complice, tutto questo non può passare sotto silenzio. La politica prenda provvedimenti e la magistratura indaghi sulle eventuali responsabilità di chi ha sbagliato. Stavolta a pagare non devono essere solo medici e infermieri, ma anche i manager, quei colletti bianchi stipendiati per migliaia di euro al mese che invece di pensare a cose serie vietano ai lavoratori anche la pausa caffé.Longo e Maiorino devono dimettersi”, ha concluso Polichetti. “Se non lo faranno, spero che siano sollevati dai rispettivi incarichi. Nel frattempo, preannuncio che valuterò personalmente l’ipotesi di costituirmi parte civile in un eventuale processo sul caso e denunciare i vertici dell’azienda per quanto accaduto.
Non bastano le commissioni d’inchiesta interne che poi insabbiano tutto una volta si spegneranno i riflettori sulla vicenda. Un bambino è scomparso dall’ospedale di Salerno: chi ha sbagliato deve pagare davvero”.

Autore dell'articolo: Monica Di Mauro