GIUSTIZA A RILENTO? I MAGISTRATI: “SCELTE DEL MINISTERO” –

Prima l’autocritica, poi la difesa della categoria e infine l’affondo al Ministero di Grazia e Giustizia. I giudici si… giudicano, recitano una sorta di mea culpa, provando a ridare autorevolezza e credibilità alla categoria e poi si dissociano dalla paternità di

molte scelte che hanno fatto storcere il muso ad avvocati e cittadini. Il distretto di Salerno dell’Associazione Nazionale Magistrati con una lunga nota ha provato a fare chiarezza su alcuni temi scottanti dell’amministrazione della giustizia in città. “In attesa delle improcrastinabili riforme idonee anche al completo ridimensionamento del sistema delle c.d. correnti all’interno dell’Associazione Nazionale Magistrati– si legge – si prende atto della necessità che l’adempimento alla domanda di giustizia dei cittadini e le modalità con le quali i magistrati si adoperano per darvi pronta risposta debbano essere rese note, perché l’opinione pubblica sia informata in ordine alle enormi difficoltà nelle quali giudici e p.m. sono costretti quotidianamente a svolgere la propria funzione e comprenda, nelle esistenti inefficienze, l’origine di esse e quali siano i soggetti, Magistratura compresa, deputati alla soluzione”.

Le riflessioni sono figlie anche del Flashmob da parte degli avvocati salernitani, andato in scena qualche settimana fa che contestavano il pessimo funzionamento dell’attività giurisdizionale nella c.d. fase 1 della pandemia. Sull’argomento, però, i magistrati puntano l’indice su decisioni politiche.

“Il termine del periodo di emergenza fissato originariamente è stato individuato dal Ministero della Giustizia e non dalla Magistratura. La riduzione drastica del personale amministrativo è stato deciso dal Ministero della Giustizia e non dalla Magistratura. L’impossibilità per gli amministrativi di utilizzare da casa gli applicativi degli uffici giudiziari che determina la marginalizzazione del servizio, rendendolo del tutto inidoneo a ridurre anche di un giorno la durata di un procedimento, è una scelta del Ministero della Giustizia e non della Magistratura o dei dirigenti amministrativi locali. I lamentati disservizi, pertanto, non possono essere addebitati alla Magistratura o alla organizzazione amministrativa locale, riguardando competenze ad essa estranee”. La nota si conclude con una lunga serie di evidenze rimarcate dai giudici con tanto di sentenze pubblicate in sede civile e penale nonostante il periodo dell’emergenza sanitaria. I giudici si dicono pronti ad una completa ripresa dell’attività giudiziaria non appena le Autorità preposte avessero ritenuto che ciò rispondesse a condizioni di sicurezza.

Autore dell'articolo: Eugenio Marotta