IERI, OGGI, DI TACCHIO. CAPITANO DI MILLE BATTAGLIE

E’ uno dei pochissimi superstiti della passata stagione. E’ quello che ha segnato il rigore della salvezza. Era ed è lo stakanovista granata. Da quest’anno anche con i galloni di capitano. Francesco Di Tacchio si è impossessato (con merito) anche della fascia che forse ha smesso di sballottare da un braccio all’altro esattamente come accaduto nelle ultime stagioni. Ma dietro alla consacrazione 2.0 dell’ex Avellino c’è molto di più, c’è una voglia matta di voler raggiungere un traguardo storico a Salerno e soprattutto c’è la fiducia che ha finalmente ricevuto in toto da parte del suo allenatore. Una crescita che ha evitato al centrocampista originario di Trani di dover salutare tutti nel corso dell’ultima estate dopo appena un anno vissuto in granata, già perché nonostante sia stato mascherato bene dall’ambiente ad un tratto il pericolo aveva preso il sopravvento per scelte esclusivamente tecniche.

Ora, però, tutto ciò è diventato soltanto un ricordo. Prima la fascia, poi la solita maglia da titolare ed infine anche le vittorie. In mezzo chilometri macinati in mezzo al campo. Come sempre. Come impone la vita di un mediano.

A breve Di Tacchio si troverà di fronte la concorrenza del polacco Dziczek, tanto giovane quanto promettente e soprattutto desideroso di mostrare a tutti il suo talento. Ma la concorrenza non ha mai spaventato il capitano granata che proprio un anno fa si ritrovava a dover fare i conti con un’altra presenza “ingombrante” all’interno dello spogliatoio, quella di Di Gennaro che anche per altri motivi non riuscì di fatto mai a far sua la maglia da titolare. Impossibile vista l’importanza della presenza in mediana di Di Tacchio, una conferma che arriva non solo dal responso del campo ma anche dai numeri. E che numeri, che migliorano di volta in volta. Certo mancherà una regia illuminante da vero playmaker, cambi di gioco e passaggi filtranti che lascerebbero a bocca aperta chiunque, ma il lavoro sporco svolto dal numero quattordici granata è visibile comunque a tutti. La conferma è arrivata anche a Livorno, bastano appena un paio di dati per provare a sintetizzare la sua prestazione: 44 passaggi completati su 49 palloni giocati e 5 duelli vinti. Solita amministrazione, quindi, per chi non sa cosa significhi staccare la spina. Mai. Dopo sei giornate del girone di andata Di Tacchio è uno dei pochissimi calciatori di movimento di tutta la Serie B (32 in totale) a non aver saltato neppure uno dei 540’ minuti disputati fino a questo momento in campionato. Ma l’attuale rendimento si può tranquillamente considerare solo l’antipasto per chi nella scorsa stagione fino all’83’ minuto della ventesima giornata (doppio giallo rimediato al Barbera di Palermo) non lasciò neppure per un secondo il campo. La sfida, dunque, al suo recente passato può dirsi ufficialmente cominciata.

Autore dell'articolo: Eugenio Marotta