LA “PRIMA” DI DAMIANI IN AULA. MA NON PER VASSALLO

Ha fatto ritorno per qualche ora, oggi, a Salerno dopo oltre un anno di assenza, Bruno Humberto Damiani De Paula, il “brasiliano”, per ora unico indagato, con l’accusa di omicidio volontario aggravato dal metodo mafioso, per la morte di Angelo Vassallo, il sindaco pescatore di Pollica ucciso con nove colpi di pistola il 5 settembre del 2010. Non si è parlato, però, dinanzi al presidente della terza Sezione penale del tribunale di Salerno, Anna Allegro, dell’omicidio Vassallo, bensì dei tentativi di estorsioni effettuata da Damiani al Mercato Ittico di Salerno e al night club di Eboli, Odissea. Il 32enne nato in Brasile è destinatario di un’ordinanza di carcerazione in merito alle tentate estorsioni in cui è imputato nel processo, insieme a Giuseppe Stellato (quest’ultimo, avendo proseguito per rito abbreviato, è stato già condannato e attualmente in carcere). Proprio Stellato comparirà nella prossima udienza il 20 maggio. Questa mattina, invece, sono stati ascoltati il sostituto commissario della Polizia di Stato, Donato Ciardella e i due ispettori di polizia giudiziaria Rosario D’Ecclesia e Vincenzo Carpentieri. Il pubblico ministero è Rosa Volpe che segue anche il caso Vassallo. Ad aspettare il “brasiliano”, nel corridoio davanti l’aula, c’era il padre Giuseppe Damiani che ha accolto il figlio con gli occhi lucidi e un grande sorriso. “Sono sicuro – ha detto – che mio figlio non c’entra nulla con la storia del sindaco Vassallo. Mio figlio ha affrontato bene tutti questi lunghi mesi di detenzione nel carcere di Bogotà in Colombia. È un ragazzo forte che non si abbatte mai. L’ho rivisto, dopo oltre un anno e mezzo, solo qualche giorno fa. La mamma, che sta in Brasile, arriverà in Italia il 20 maggio e finalmente anche lei potrà riabbracciarlo”. Damiani, in jeans, camicia e maglione scuro, ha chiesto al padre solo dove fosse il fratello Stefano. “Lo sai – ha detto piano piano il padre rivolto al figlio nel gabbiotto – che deve lavorare, per questo non è qui”. Alla fine dell’udienza, con il consenso del pm, Damiani ha potuto scambiare due parole con il padre ed è tornato a chiedere del fratello. “La prossima settimana – gli ha detto salutandolo – dici a Stefano di venirmi a trovare nel giorno di colloquio e poi salutami tutti”. Secondo il suo legale, l’avvocato Michele Sarno “Il mio assistito è sereno e desideroso solo di affrontare i processi per chiarire finalmente la sue situazioni pendenti. La tranquillità di Damiani deriva dal fatto che non ha commesso nulla e, dunque, non ha alcun tipo di problema”. Damiani attualmente si trova detenuto nel carcere di Secondigliano, dopo una detenzione nel carcere di Bogotà in Colombia.

Autore dell'articolo: Marcello Festa