LA SALERNITANA NON VA, KO ANCHE A MARASSI –

La Salernitana perde a Marassi e lascia sul campo altri punti pesanti in chiave salvezza. Uno degli ultimi scontri diretti del girone di andata va in archivio con tanti rimpianti, legati ad un primo tempo senza nerbo e senza idee. Le scelte di Inzaghi sanno di compromesso storico perché il tecnico torna al modulo Sousa, ossia il 3-4-2-1, riproponendo Lovato e Pirola ai lati di Gyomber nel terzetto davanti ad Ochoa che dopo tre minuti ha già compiuto un miracolo su Dragusin, meritandosi l’aiuto del legno sul successivo stacco di Badelj. Mazzocchi e Bradaric sulle fasce, Maggiore accanto a Coulibaly in mediana, confermato il tridente proposto contro il Cagliari e, dunque, l’escluso è Kastanos, uno dei più utilizzati dal tecnico portoghese. Scelta anche logica, quella di tornare alla difesa a tre, ma il nodo resta sempre il centrocampo perché accanto a Coulibaly si fatica a trovare un altro elemento in grado di garantire la giusta miscela tra quantità e qualità. Inzaghi assiste dalla panchina alla partenza sprint del Genoa, anche se la mossa di tenere la linea difensiva più alta e di mandare Pirola in anticipo su Gudmunsson sembra disinnescare abbastanza bene la pressione dei liguri che masticano amaro per il tiro di Retegui che Ochoa allunga sul palo. Nell’occasione l’attaccante nato in Argentina si fa male e darà poco alla causa fino all’intervallo quando dovrà essere sostituito. A sbloccare la gara provvede il folletto islandese Gudmunsson che si fa trovare alle spalle di Maggiore ed approfitta del cambio di marcatura, puntando Gyomber e, una volta giunto sul limitare della grande area, scocca il destro incrociato che Ochoa non riesce ad arpionare. Vantaggio meritato per il Grifone che aveva concesso solo un guizzo a Dia che prova a replicare nel finale di tempo in cui è ancora Ochoa ad ergersi protagonista quando chiude lo specchio a Sabelli. Inzaghi corre ai ripari nell’intervallo, rispolverando l’algida geometria di Bohinen e la corsa di Sambia a destra. Mazzocchi si sposta a sinistra con la fascia di capitano al braccio, visto che restano negli spogliatoi Candreva e Bradaric. Il 3-5-2 restituisce alla Salernitana più equilibrio e, complice l’abbassamento del Genoa, le regala il pallino del gioco. Inzaghi non ne approfitta perché tarda ad inserire un altro attraccante e lascia in panca l’unico trequartista, Martegani. La squadra granata fa girare tanto il pallone, ma non trova spiragli. Nel finale Mazzocchi stampa la traversa, ma, dopo il tentativo di tap in di Dia finito in curva, il gioco riprende con un calcio piazzato. Poco dopo, Dia ci prova in scivolata senza trovare la porta ma il senegalese sembrava partito da posizione irregolare. E’ l’ultima illusione di una notte fredda e buia in cui la Salernitana deve fare i conti con le sue colpe. Da Iervolino a De Sanctis, passando per i calciatori, senza tener fuori dalla mischia Sousa, tutti hanno commesso degli errori ed in questa situazione confusa ed affilata, da tutti contro tutti, Inzaghi ha avuto grosse difficoltà a raccapezzarsi. Lo dimostrano le scelte fatte e poi corrette in corsa, l’alternanza dei moduli, la rinuncia ad una punta di peso in partenza ieri, ma anche la bocciatura di Martegani, che dopo la gara col Cagliari, è stato provato sulla fascia sinistra in allenamento. Dal mercato senza slanci al caso Dia, alle frizioni tra Iervolino e Sousa, passando per i dubbi del presidente su alcuni calciatori ed ora, ma è storia già di un mese, anche le perplessità su De Sanctis, non più difeso con la convinzione mostrata in passato e ritenuto ideale capro espiatorio da offrire in pasto ad una piazza che non è certo contenta della situazione e che attende i fatti dopo tante parole.

Autore dell'articolo: Nicola Roberto