Alla prima sconfitta in trasferta, giunta dopo ben tre vittorie di fila, non si può che replicare con il ritorno al successo tra le mura amiche. L’Arechi aspetta una gioia da tre punti, svanita al novantacinquesimo contro il Frosinone. In casa la Salernitana ha vinto solo all’esordio, contro il Pescara, e la sfida di sabato con il Perugia, reduce dal ko di Benevento, dovrà essere l’occasione per interrompere il digiuno casalingo. Per restare nelle zone alte della classifica, infatti, non si può derogare da un rendimento interno solido, concreto. Servono punti tra le mura amiche perchè in trasferta non si può pensare di vincere sempre e comunque. I nove punti in quattro gare fuori casa sono un bottino di tutto rispetto, ma in casa si deve migliorare. Aspetti tecnici e mentali possono incidere perchè, da un lato, giocare tra le mura amiche obbliga quasi la squadra di Ventura a fare la partita a prescindere e, dall’altro, per una formazione molto giovane la voglia di regalare una vittoria ai propri tifosi può trasformarsi in una sorta di ansia da risultato che può giocare brutti scherzi. Ventura sta lavorando a tuttotondo sulla squadra, ben consapevole dei limiti attuali, ma anche convinto delle potenzialità che non ha ancora espresso del tutto. Di sicuro, per vincere in casa, occorre avere tanta qualità nella gestione della palla e la mancanza di un vero metronomo, di un uomo in grado di dettare i tempi e di variare le trame di gioco, pesa in casa più che in trasferta dove, a volte, si beneficia di spazi maggiori. La Salernitana comincia a sviluppare l’azione con i difensori, ma ha nelle accelerazioni dei suoi esterni il tema portante della sua manovra, ma un conto è avere in campo Kiyine e Cicerelli (o Lombardi), un conto è avere in campo Lopez, un terzino puro, che ha la corsa ma non l’inventiva dalla sua e che non può ricevere palla da fermo per poi puntare l’uomo. Ed ancora. In casa, a volte, può capitare di avere di fronte difese arcigne, chiuse a riccio, ed in quel caso serve in area di rigore un attaccante che sia una sorta di cecchino. Non ancora attrezzato per fare miracoli, Ventura confida nell’esplosione di Dziczek e nella crescita delle punte che ha a disposizione per dare ancora più risalto e valore al lavoro fin qui svolto sul e con il suo gruppo. Sabato, poi, l’Arechi sarà un teatro di gara ancor più ricco di significato per la presenza di tanti giovani che contribuiranno a mantenere vivo il ricordo di Melissa e di Antonio, due tifosi strappati troppo presto alla vita ed alla loro passione per i colori granata. Salerno non dimentica e si prepara ad una giornata speciale, di ricordo e commozione.
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