Ventitré minuti per ribaltare un derby che sembrava già finito e per riscrivere la storia esattamente ventitré anni dopo. Da Breda a Minala, da quella domenica del ’94 ad una del 2017, la Salernitana torna a sbancare il Partenio, lasciando a bocca aperta i lupi irpini, che alla fine, visti sfumare i tre punti, provano a dare la caccia all’uomo derby, Joseph Minala dal Camerun, che incassa i colpi con la stessa espressione serafica con cui mostra la maglia e zittisce una platea passata dal Paradiso all’Inferno, in meno di un tempo. Avrà pure sbagliato Minala, espulso, come Lezzerini e Migliorini, assistiti dal dirigente Biancolino nella caccia al mediano granata, ma nei derby un po’ di pepe ci sta e, del resto, nessuno si era offeso quando l’avvelenatissimo ex Laverone aveva esultato dopo il gol del raddoppio. La festa, però, è solo granata, di ottocento tifosi pazzi di gioia e quasi increduli perché, dopo essere stati espropriati della facoltà di sognare, si stropicciano gli occhi nell’assistere ad una rimonta che è realtà allo stato puro e che spesso supera la fantasia ed è finanche più bella dei sogni. Il derby del Partenio è stato brutto e spigoloso per un tempo, il primo, caratterizzato da tensione e tatticismo, con l’Avellino un po’ più ardimentoso e la Salernitana troppo timida anche perchè, avendo rinunciato al doppio centravanti per giocare con il “2-1” di impronta presidenziale, Rodriguez viene sopraffatto dai centrali irpini, Cicerelli va per le linee orizzontali senza mai affondare e Sprocati resta in esilio sulla fascia opposta. Il risultato è che l’unico squillo granata arriva su calcio di punizione, quando Vitale chiama al salvataggio in corner Radu. La ripresa è aperta dal gol di Kresic, che sfila alle spalle di Vitale ed incorna da due passi. Nemmeno il tempo di veder entrare Rosina che l’Avellino raddoppia con Laverone, il cui destro è corretto in rete da Odjer. Sotto di due gol, la Salernitana entra nella modalità rimonta, quella in cui si esalta. Svegliata dai due ceffoni ricevuti, la squadra granata accorcia con Rodriguez e capisce che si può fare, perchè l’Avellino ha finito la benzina e s’è messo sulla difensiva. Radu salva su Sprocati e Bocalon, ma non può nulla quando l’esterno di Monza conclude una serpentina tra quattro maglie biancoverdi con un destro all’angolino che riporta in parità il derby. I tifosi granata esultano, ma il meglio deve ancora venire. Paghera prova di tacco su incursione di Bidaoui, ma è un altro centrocampista l’uomo del destino. In dieci per l’infortunio di Rodriguez, la Salernitana ci crede e non si accontenta del pari. Il destro di Bocalon costringe Radu alla deviazione in corner da cui parte l’azione decisiva. Sulla ribattuta della difesa, Sprocati alza la testa e pesca in area Minala che piazza il pallone nell’angolo alla sinistra del portiere. Serve un bacio del palo per rendere ancora più dolce il sorpasso e per riscrivere la storia. Ventitré minuti per riprendersi il derby, ventitré anni dopo l’ultima volta. Una vittoria che dà sapore ad un avvio di stagione sciapito, ma ora la missione che attende i granata è ancora più difficile: trovare equilibrio tattico e continuità di prestazioni, perché è bello vincere in rimonta, specie un derby, ma non si può così spesso passare in svantaggio prima di scuotersi.
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