Silvio Berlusconi planò in elicottero sulla nuova era del Milan, scegliendo gli effetti speciali per avviare un ciclo che avrebbe fatto epoca. Ieri, forse, Claudio Lotito avrà pensato di fare qualcosa di simile, disponendo per la trasferta nei cieli lombardi della Salernitana un comodo volo charter. La circostanza che l’apparecchio in questione fosse il Boeing preso a nolo dalla Lazio, con tanto di simbolo e segni distintivi in bella mostra, sarà passata in secondo piano agli occhi del patron rispetto al rapporto costi benefici. Da un lato, il volo è stato sicuramente low cost, dall’altro c’erano esigenze di tutela sanitaria di cui tener conto. Ieri, sul web, la foto dell’aereo biancoceleste pronto ad accogliere la comitiva granata ha fatto il giro del mondo, suscitando lo sdegno della grande maggioranza della tifoseria granata e l’ilarità di molti osservatori neutrali. In città c’è chi sostiene che sdegnarsi per una cosa del genere sia una dimostrazione di provincialismo, uno sterile esercizio polemico proprio alla vigilia di una partita così importante. Ribaltiamo la questione, allora. Proprio perchè siamo alla vigilia di una partita che a Salerno si attende come poche altre erano state attese in questi anni di opaca militanza cadetta (fanno eccezione i derby con l’Avellino ed i playout), c’era proprio bisogno di far volare la squadra sull’aereo battente bandiera biancoceleste? E se proprio non si poteva fare diversamente, quanto meno, non vorremmo chiedere troppo, non si poteva comunicare una decisione del genere in maniera tempestiva e preventiva, mettendoci la faccia per una volta? Solerte nello smentire tante notizie e nel dispensare daspo sine die ai giornalisti, a cui si nega anche l’accesso alle virtuali stanze di zoom in occasione delle conferenze di Castori, perchè l’ufficio stampa della Salernitana non ha comunicato la circostanza? Certo, non si sarebbe dovuto trattare di autonoma iniziativa e, del resto, non ci risulta che l’ufficio in questione ne abbia mai prese, ma di una strategia di comunicazione studiata dalla dirigenza e dalla proprietà. Sarebbe stato un rischio? Certo. I tifosi avrebbero potuto comunque prendersela a male. Ed avrebbero avuto le loro ragioni. Almeno, però, la società ci avrebbe messo la faccia, avrebbe spiegato i motivi di una decisione che da ieri sta facendo discutere. Peccato, perchè Castori e la squadra meritavano la ribalta alla vigilia della sfida col Monza e non vorremmo che le giuste rimostranze dei tifosi, espresse con durezza e lucidità anche dal comunicato del Direttivo Salerno, fossero eventualmente strumentalizzate a seconda del risulato odierno. Giova ribadirlo, allora. Un conto è la squadra, un conto è la società. Tuttavia, se il buon rendimento fin qui offerto dai granata vorrà essere esaltato e valorizzato, sarà indispensabile rinforzare la rosa. Il campo ed il mercato a gennaio andranno di pari passo e bisognerà essere attenti ed incisivi su entrambi i versanti. Ciò, però, non farà abbassare la guardia su tutto il resto. E’ vero, a Venezia Lotito era al seguito della squadra insieme a suo figlio, ma la presenza da sola non basta, se poi si collezionano uno via l’altro sciviloni sul piano dell’immagine e della comunicazione che sembrano troppo grossolani per non far sorgere il dubbio che possano essere voluti.
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