L’ARECHI COME L’EVEREST

Chiamatelo pure fattore Arechi. Una roccaforte. Una montagna quasi impossibile da scalare e valicare per gli avversari. L’Arechi come l’Everest, insomma. Nella corsa salvezza conta e tanto anche il fortino granata. Un bunker che ci si augura decisivo in questo arroventato finale di stagione. Così come già successo contro Latina e Livorno. E così l’Arechi diventa spauracchio per tutte le pericolanti, a cominciare da Modena, avversario di turno, e uomo in più per Menichini.

La storia dell’impianto di via Allende non è nuova a imprese del genere. Salernitana-Modena dunque, non si discosta da tante altre battaglie epiche.

Ai tempi di Varrella allenatore, ad esempio, la Salernitana stentava, non convinceva ed ancora una volta, nel momento topico della stagione, chiese “aiuto” alla sua gente. Salerno rispose presente come sempre. Contro Brescia e, soprattutto, Castel di Sangro, l’Arechi si trasformò in un sambodromo dove, per l’avversario, era praticamente impossibile giocare. Masinga fu il match winner, ma a sospingere quel pallone verso la rete furono i 35mila dell’Arechi.

Anche in massima serie l’Arechi fece fino in fondo la sua parte. Per informazioni chiedere ad Inter, Juventus, Roma e Vicenza, scalpi illustri di fine campionato. Ancora stenti, patemi, gioie effimere prima di arrivare alla stagione 2005, l’ultima di Aliberti. Un campionato tra alti – pochi –  e bassi – tanti. Si arrivò alla resa dei conti ed ancora una volta il fattore Arechi risultò determinante. Alla notturna tra Salernitana ed Ascoli c’erano 30mila cuori granata che spinsero la squadra di Gregucci verso l’agognata e sofferta vittoria.

E che dire della salvezza conquistata, ancora, grazie all’effetto Arechi nel 2009 quando furono ancora una volta i tifosi a determinare il risultato di quella stagione poi macchiata da calciopoli. Ma questa è tutta un’altra storia…

L’attualità parla di Salernitana Modena, le previsioni di 20mila cuori granata che spingeranno la squadra più in alto è possibile. Più in alto dell’Empire State Building, o dell’Everest se possibile come canta Tresor.

Autore dell'articolo: Eugenio Marotta