Un primato già c’è ed è sicuramente gradito ai patron, assenti anche domenica all’Arechi dove c’erano circa diecimila spettatori. I tifosi granata speravano che arrivassero vittoria e primato in classifica, ma il gol di Capuano all’ultimo secondo ha scombussolato i piani, ma non ha intaccato il giudizio e la considerazione circa il lavoro fin qui svolto da Ventura e dal suo gruppo. Pur alle prese con tante assenze e pur non avendo una rosa che abbondi di qualità, il tecnico genovese è riuscito a dare un’impronta alla squadra, scovando risorse insospettate all’interno dell’organico. Il caso più eclatante è quello di Cicerelli, considerato solo di passaggio in granata all’inizio del ritiro e divenuto, in seguito all’infortunio di Lombardi, un elemento prezioso ed insostituibile, sempre più a suo agio nei panni di esterno a tutta fascia. La crescita di Maistro, gratificato dalla convocazione da parte del ct dell’Under 21, è un altro fiore all’occhiello per Ventura che sta cercando di tirar fuori da tutti gli effettivi il meglio possibile. Nel frattempo, tecnico e calciatori hanno regalato alla proprietà il primato delle presenze allo stadio visto che in B nessuna piazza può sfoggiare i numeri di Salerno. E’ vero che il dato del derby con il Benevento aiuta e non poco in tal senso, ma è pur vero che aver portato più di quindicimila tifosi granata allo stadio in occasione di quella gara certifica i meriti del tecnico e della squadra, cui la gente ha dimostrato affetto e vicinanza anche dopo la beffa di domenica scorsa. Oltre 44 mila spettatori in quattro gare interne stagionali non sono pochi, anzi. La media è di 11 mila per partita e questo nonostante la flessione degli abbonati e l’aumento dei prezzi dei tagliandi. Insomma, l’amore di Salerno per la sua squadra resta da primo posto in classifica. Ora più che mai starà alla proprietà coltivarlo e dimostrare rispetto e considerazione per una piazza che sta facendo ancora una volta la sua parte. E questo nonostante le omissioni del mercato estivo e la scelta della società di provare a valorizzare in granata calciatori di proprietà della Lazio. Dai patron ci si aspettavano gesti e parole che dessero un segnale preciso e deciso ed invece ancora una volta tocca registrare frasi di rito, scontate, senza calore né sapore. L’Arechi è il principe degli stadi anche al botteghino e, si spera, che in futuro possa festeggiare anche il primato sul campo di una squadra che sta andando oltre i suoi limiti, ma a cui non si può chiedere l’impossibile. Toccherà a chi l’ha allestita fare di più e meglio a tempo debito per alimentare la passione ed il sogno di una piazza che non è mai stata seconda a nessuno.
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