LE RAGIONI DELLA PROTESTA: IL COMUNICATO DEI TIFOSI GRANATA

Una CURVA PIENA è un POPOLO INTERO!
E allora riempiamola questa Curva. Tiriamo fuori, come solo Salerno sa fare, l’orgoglio e il senso d’appartenenza per questa gloriosa maglia centenaria!
INVITIAMO TUTTI, con la propria presenza, il proprio passaparola, la propria mobilitazione, a contribuire al SOLD OUT in Curva Sud Siberiano in occasione di Salernitana-Cosenza del 25 gennaio allo stadio Arechi.
E che sia chiaro: non riempiamo la Curva per fare arricchire Lotito ma per mostrargli un muro di dissenso, presenziando in curva dove il biglietto costa meno di altri settori. Contro la sua arroganza. Contro le sue reiterate mancanze di rispetto. Contro l’inconsistenza di una società che da quattro anni e mezzo non sa propinarci altro che brodini caldi o campionati di sofferenza, anche e soprattutto perché legato dal vincolo della maledetta multiproprietà che priva di sogni noi tifosi Granata che la subiamo, multiproprietà male del calcio che a nostro avviso dovrebbe essere bandita dalla Lega affinché nessun’altra tifoseria debba trovarsi in futuro nelle nostre stesse condizioni. Contro chi dimentica che la Salernitana è prima di ogni cosa della sua gente e solo dopo di chi ne è gestore temporaneo.
Per questo, aderendo alla forma di protesta proposta nel corso dell’assemblea dello scorso 8 gennaio, VOGLIAMO il SOLD OUT ed esortiamo TUTTO IL POPOLO GRANATA a raggiungere questo obiettivo, pur consapevoli della complessità in questi tempi in cui è più facile starsene in disparte che a lottare e soffrire. Noi, come sempre, scegliamo la seconda strada.
Invitiamo, pertanto, i tifosi della Tribuna e dei Distinti a spostarsi in Curva Sud Siberiano, e i contestatori da divano ad alzare il culo e venire a rendere onore alla storia granata, a dimostrare che la Salernitana siamo noi, è nostra, ed è contro quel muro che si scontrerà chi pensa di farne l’oggetto dei suoi comodi.
Una CURVA PIENA è un POPOLO INTERO!
Mai per Lotito, solo e sempre per la Salernitana!

Autore dell'articolo: Nicola Roberto