LOTITO TORNA A SALERNO E VA IN PROCURA

Per Claudio Lotito è stato uno scippo: autentico e certificato, sostiene convinto. E’ quanto riportato dal sito StorieSport nell’articolo di Michele Spiezia. È la cessione della Salernitana, ceduta per dieci milioni di euro un minuto prima di Capodanno quando i trustee hanno accettato la proposta irrevocabile d’acquisto, la società passata proprio sul filo del gong nelle mani di Danilo Iervolino che il 13 gennaio davanti al notaio Coppa ha poi perfezionato l’acquisto del 100% delle quote confluite la scorsa estate nel trust “Salernitana 2021”: il 50% delle quote detenute dall’Omnia Service affidato al Melior Trust e l’altro 50% detenuto della Morgenstern affidato al Widar Trust. «Io non ho venduto niente. Dieci milioni? E secondo lei questo è un grande risultato? Se una società non ha un euro di debito e si autoalimenta, quindi è autosufficiente, quanto vale? Una cifra di gran lunga superiore. Trenta, quaranta? Di più. Sessanta. Sessanta milioni di euro. Lei, adesso, al posto mio, cosa farebbe?». Piccato e pungente, così aveva replicato due settimane nel corso della puntata di Report (leggi qui) al giornalista che l’interrogava sul finale di una vicenda lunga, complessa, logorante. Sei mesi col fiato sospeso e poi un minuto, l’ultimo, per un finale a lieto fine. Per la Salernitana sopravvissuta alla capitolazione, per i tifosi finalmente liberati, per la Figc felice di aver fatto rispettare una norma tra tante deroghe e dimenticanze, e per il suo presidente Gabriele Gravina da tempo in guerra con il nemico giurato mentre la guerra – la cronaca ogni giorno si aggiorna – tra i due ancora continua. Un finale parso a qualcuno, soprattutto agli ex proprietari, già scritto (leggi qui). Felice di sicuro per tanti ma non certo per lui. Claudio Lotito si sente espropriato, defraudato, scippato, come lui il cognato ed ex co-patron Marco Mezzaroma. Da Cortina, il giorno dopo Capodanno, il proprietario della Lazio si sarebbe lasciato scappare solo una frase, «ognuno risponderà per le azioni che ha messo in atto, ognuno dovrà dar conto di come ha agito» mentre convocava in video-conferenza il guardiano del trust, l’ex generale dei carabinieri Coppola.

Della cessione, di quegli ultimi concitati minuti, di sospetti e denunce, offerte e rifiuti, ne parlerà oggi. Almeno, dovrebbe. Come persona informata sui fatti, come possibile soggetto offeso. Perché Claudio Lotito è atteso a Salerno, nel nuovo palazzo di Giustizia, tra i binari della stazione ferroviaria e il corso finale del fiume Irno. È stato convocato dal procuratore capo della Procura della Repubblica di Salerno, Giuseppe Borrelli. È atteso prima di pranzo, risponderà alla convocazione? La chiamata è arrivata perché alla Procura di Salerno due settimane fa è arrivata una denuncia (una denuncia è stata presentata anche al tribunale di Roma, mentre sempre a Roma pende una denuncia dei trustee nei confronti di un altro fondo che aveva seminato ombre e sospetti annunciando cause) presentata dall’avvocato piemontese Francesco Paulicelli per conto della società Private Value Asset Management, fiduciaria del Fondo Global Pacific Capital Management che sostiene di aver inviato due proposte d’acquisto proprio sul finire dell’anno ai trustee – una di 36 milioni di euro in titoli obbligazionari e poi una successiva di 26 cash – proposte che non sarebbero state valutate dai trustee che avrebbero invece accettato una proposta ben più modica per la cessione delle quote. Sospetti e dubbi su questa proposta (come altre, c’era chi avrebbe ad esempio voluto pagare con cripto valute), sulla trasparenza e sulla capacità dell’offerta di questo fondo di matrice svizzera con tracce di sloveno. Modalità di pagamento incerte, garanzie ballerine, documentazione lacunosa, riferimenti imprecisi, addirittura la somma come caparra presentata mai giunta sul conto del trust: questa la valutazione fatta dai due trustee, Susanna Isgrò e Paolo Bertoli. Eppure Paulicelli nella nota annunciava la denuncia “alla luce dei mancati riscontri alle pec indirizzate al Trust, in considerazione delle gravi irregolarita’ subite circa la proposta di acquisto della U.S. Salernitana 1919”.

Sicuri e certi della chiarezza del proprio operato, della limpidezza delle proprie azioni, i due trustee. «Il nostro è stato un ruolo tecnico e crediamo di averlo svolto al meglio. Esposti dei fondi esteri? Che li facessero, per ora sono solo minacce. Non vediamo l’ora che denuncino»: così Susanna Isgrò il 13 gennaio, pochi minuti dopo aver definito il passaggio delle quote dal “Trust Salernitana 2021” alla “Idi srl” di Danilo Iervolino. Il giorno prima Claudio Lotito aveva inviato una diffida, firmata dall’avvocato Gian Michele Gentile per conto dell’Omnia Service, chiarimenti invece li chiedeva la società di Mezzaroma. “Non si proceda alla stipula del contratto, la cessione è avvenuta ad un prezzo macroscopicamente incongruo”: la diffida di Lotito non ha avuto effetti, la cessione delle quote si è perfezionata. La Salernitana è di Iervolino, la Figc ne ha verificato i passaggi e dato il via libera. Indietro non si torna. La matassa di ricorsi e cause invece si ingrossa. I due disponenti sono in attesa di tutta la documentazione dei trustee, della loro relazione sui sei mesi di mandato e sulle scelte che hanno operato: entro il 13 febbraio tutto dovrà essere sul tavolo dei legali che si occupano della questione. I disponenti valutano ricorsi e anche una possibile azione di responsabilità nei confronti dei due trustee, non solo per il prezzo col quale è stata ceduta la Salernitana, ma anche per le modalità osservate nei sei mesi di mandato. Per mesi hanno ascoltato una filastrocca, “i trustee non cedono perché ascoltano Lotito”. Sei mesi dopo Lotito è pronto a far causa, lui come Mezzaroma. Di certo azioneranno una causa in sede civile con richiesta di risarcimento danni nei confronti della Figc. Intanto si aggiorna il fascicolo sul tavolo della Procura della Repubblica di Salerno: si presenterà oggi Lotito nella stanza di Borrelli? Cosa dirà al capo della Procura? Nella stanza del procuratore capo Lotito si presenterà con una serie di carte, di note e di appunti. Si sente defraudato, scippato, espropriato, Nelle sue orecchie risuona ancora quella voce del presidente Gravina del 21 dicembre, «sono pronto a fare una scommessa, entro dieci giorni la Salernitana sarò venduta. E l’unico politico che realmente si è interessato alle sorti è stato De Luca».

Autore dell'articolo: Redazione