MALTRATTAMENTI DISABILI VILLA DEI FIORI, RINVIO A GIUDIZIO PER AUTISTI E ACCOMPAGNATORI

La Casa di cura, che contribuì all’indagine è parte civile, chiederà i danni.
Ieri il Giudice ha rinviato a processo dieci persone, tra autisti e accompagnatori, che lavoravano per la casa di cura specialistica Villa dei Fiori e che sono accusati di maltrattamenti ai danni dei disabili. Oggi Villa dei Fiori, tramite il suo avvocato Silverio Sica, esprime la soddisfazione per la decisione del giudice. “Villa dei Fiori – ricorda l’avvocato – è nel processo come parte civile in quanto riconosciuta dal Giudice come parte danneggiata”. La vicenda risale al 2015, quando si scoprì che sui pulmini messi a disposizione da Villa dei Fiori per il trasporto dei pazienti, alcuni autisti e accompagnatori, maltrattavano i ragazzi disabili. “I fatti avvennero al di fuori della struttura – racconta l’avvocato – senza alcuna responsabilità del Centro, come ha dichiarato lo stesso Pubblico Ministero subito dopo gli arresti. Infatti Villa dei Fiori partecipò attivamente al fianco delle forze dell’ordine alle indagini per scoprire quanto fosse accaduto. In più provvide immediatamente al licenziamento delle persone coinvolte”. “Ma soprattutto – aggiunge – chiese di entrare nel processo come parte civile, richiesta accolta dal giudice”. “Ora – informa Sica – intendiamo procedere con la richiesta dei danni”. Questa vicenda, che ricordiamolo andò sulle prime pagine di tutti i giornali, ci insegna qualcosa? Cosa si può fare perché non si ripeta? “Direi – risponde l’avvocato – che ci insegna l’importanza del coraggio e della determinazione. Villa dei Fiori, che è una struttura di eccellenza, si è messa subito dalla parte della fermezza. Per esempio con la decisione di procedere immediatamente ai licenziamenti. Decisione rischiosa, tanto è vero che il giudice del lavoro ordinò il reintegro di 2 persone con un danno economico per la struttura. Ma la linea è sempre stata quella della massima fermezza, senza compromessi o cedimenti. È questa la linea per evitare il rischio che si ripetano fatti incresciosi come questi”. La parola, adesso, al processo penale.

Autore dell'articolo: Barbara Albero