NUOVA STAGIONE, VECCHIA SALERNITANA

Ancora uno stop, ancora un passo falso, rinviato il progetto di rilancio. La Salernitana del centenario proprio non riesce a decollare nonostante i buoni propositi di tutti. D’accordo che il campionato è appena cominciato, che è presto per formulare giudizi definitivi, ma è incredibilmente strana la similitudine tra questa partenza e quella delle ultime tre stagioni in cadetteria. Perchè la Salernitana parte sempre male? Perchè tutti gli allenatori che si accomodano di volta in volta sulla panchina granata lasciano così tanto a desiderare? Soprattutto perchè a Salerno fanno così tanta fatica giocatori che poi, altrove, si scoprono fondamentali, decisivi, determinanti? Tre domande ed una sola risposta: a Salerno si fa una tremenda fatica ad impiantare e far crescere un progetto tecnico degno di tal nome perchè si procede sempre a tentoni, a sprazzi senza una strategia chiara dall’inizio alla fine. Prendiamo i casi, emblematici, di Strakosha. Luiz Felipe e Palombi, tre giocatori spediti a Salerno dalla casa madre Lazio e qui puntualmente bruciati, bocciati e rispediti al mittente. Colpa della Piazza? Della stampa? Dell’ambiente in generale? Ne abbiamo sentite di tutti i colori in queste stagioni, nulla che però risponda al vero. I tre giocatori in questione, semplicemente, non hanno reso a Salerno, come per le loro potenzialità, solo perchè non sono stati messi tecnicamente nelle condizioni per poterlo fare. Il resto, le favolette e gli alibi, sono chiacchiere da bar… Strakosha venne messo in discussione da subito affiancandogli Terracciano e dando vita ad un estenuante balletto che alla fine bruciò e mortificò entrambi, Luiz Felipe scomparve dai radar dopo qualche infelice apparizione in un ruolo, terzino sinistro, che non gli competeva, mentre Palombi più che fare l’attaccante – ruolo cucitogli addosso da sempre – è stato impiegato da cursore di fascia, un quasi mediani…. Mancanza di progettualità tecnica tutto qui, nulla di straordinario o metafisico; mancanza di chiarezza sui programmi che si intendono costruire, sviluppare, perseguire, assenza di collegamento tra quello che intende fare l’allenatore e la squadra che si costruisce. L’esempio è dato anche dall’attuale gestione Colantuono: si parte con l’dea di giocare con il “3-5-2” e non si prendono gli esterni, soprattutto quello mancino, si prendono tre centrocampisti centrali tra cui Di Gennaro sapendo che ne può giocare uno e un altro al massimo va in panchina, per il ruolo di interno si punta tutto su Castiglia, un’incognita a certi livelli affidando al modesto Mazzarani il compito, eventualmente, di sostituirlo…. Oggi Colantuono è nel mirino della critica, si dice che sbaglia nella scelta del modulo, che non sa valorizzare le risorse che ha a disposizione e via di questo passo. A memoria ci pare di aver sentito le stesse frasi a proposito di Torrente, Menichini, Sannino e Bollini………………..

Autore dell'articolo: Marcello Festa

1 commento su “NUOVA STAGIONE, VECCHIA SALERNITANA

    mai satellite della lazio

    (Settembre 26, 2018 - 4:33 pm)

    FINALMENTE GRANDE MARCELLO ..
    come ho già accennato “stessa commedia con costumi scenografie e luci superiori ma..stessa commedia”
    ..per non parkare del parco attaccanti!…
    UN SOLO PRESIDENTE CON UNA SOLA SQUADRA!!!!

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