ORA SERVE IL… MASSIMO

La panchina di martedì sera è solo un ricordo, perchè domani ci sarà dal primo minuto. I rimpianti ed i dubbi sul suo limitato impiego contro il Vicenza restano, ma, si spera, non incidano sulla classifica finale. Domani, però, Masssimo Coda penserà solo a dare il massimo contro il Livorno.
Strano il suo destino, perchè, in fondo, Massimo Coda all’Arechi non ha sempre raccolto solo applausi e consensi, beccandosi spesso fischi anche ingenerosi. In questa stagione ha già segnato 14 gol, ma solo 6 in casa dove il feeling con l’Arechi è sbocciato solo in primavera, ma va detto che il suo rendimento è stato in generale condizionato dai postumi dell’operazione al crociato. Bisogna dirla fuori dai denti: Coda è stato mandato in campo troppo presto, perchè, dopo l’infortunio subito quando era al Parma ed un’estate da disoccupato, a settembre non aveva la condizione giusta per poter reggere da solo il peso dell’attacco granata. Ed infatti i numeri lo confermano: solo 4 reti nel girone di andata, quello che per Coda è stato una sorta di rodaggio, di ritiro fuori stagione, mentre, da gennaio, cioè da quando è entrato in carburazione, l’attaccante nativo di Cava de’ Tirreni ha fatto centro dieci volte. Martedì sera è stato utilizzato per poco più di un quarto d’ora. Menichini non ha voluto rischiare visto che è in diffida, ma domani no. Domani non ci saranno calcoli da fare, ma ci vorrà il Massimo, come il nome di battesimo dell’attaccante granata che cerca il settimo sigillo in casa, che potrebbe essere ancor più pesante del rigore trasformato sotto la Sud contro il Latina. Coda è il capocannoniere granata, ma in casa deve cedere lo scettro a Donnarumma, autore di 7 centri. Domani i due torneranno a far coppia nel senso – tatticamente parlando – più pieno del termine, visto che martedì sera Alfredo da Torre Annunziata ha avuto evidenti problemi di comunicazione con Bus. Coda e Donnarumma di nuovo in tandem, dunque: sono loro la speranza del popolo granata in questo finale di stagione in cui si dovrà andare sempre al…Massimo.

Autore dell'articolo: Nicola Roberto