PIU’ TUMORI NEL CILENTO CHE NELLA PIANA DEL SELE

Aumento dei casi tumorali nel Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, subito l’intervento della Procura e una maggiore collaborazione dei  sindaci. Unanime l’appello lanciato ieri mattina a Vallo della Lucania. Sui dati presentati dai medici di base non c’è alcun dubbio.  Ci si ammala e si muore di tumore più a Vallo della Lucania e Sapri che non a Battipaglia ed Eboli. Nella terra, patria della dieta mediterranea e delle tante bandiere Blu le comunità locali sono maggiormente a rischio rispetto ad aree industriali e metropolitane. Con dati alla mano,  ora è necessario capire le cause. Perché nell’area protetta  l’incidenza di alcuni tipi di tumori é in percentuale il doppio rispetto ad aree della provincia di Salerno che si trovano praticamente ai confini del Parco?
Un nodo difficile, se non impossibile, al momento da sciogliere . I dati raccolti dalla cooperativa medica Parmenide, grazie alla collaborazione di 168 medici di base, non possono non scuotere le coscienze di chi ha nelle mani le sorti del territorio cilentano. In primis i sindaci. Praticamente assenti all’incontro di presentazione. Solo il sindaco di Vallo, Toni Aloia, seduto in prima fila con un paio di colleghi su una cinquantina di primi cittadini invitati. “Non vogliamo creare allarmismo – dice il presidente della cooperativa Luogi Di Gregorio – ma è necessaria la collaborazione di tutti per portare avanti lo studio e a far luce sulle cause”.  Il materiale raccolto fino ad oggi dovrà arrivare anche all’attenzione della Procura della Repubblica. A chiederlo, l’avvocato Franco Castiello, presidente della Banca del Cilento “il diritto alla saluta va garantito a tutti cittadini, è necessario indagare su che cosa sta succedendo nel nostro territorio”. Sulla stessa posizione Angelo Schiavo originario di Vallo, ed amministratore della Fidia, tra le più importanti case farmaceutiche al mondo “La Procura deve aprire gli occhi”.  In base ai dati elaborati su circa 200 assisti, i distretti sanitari maggiormente a rischio sono quello di Vallo e Sapri. Quindi nel cuore del Parco e lungo la fascia costiera. Un’anomalia per un territorio da sempre impegnato nella tutela e valorizzazione delle risorse ambientali, paesaggistiche e naturalistiche. Ne è convinto il virologo ed oncologo Giulio Tarro “È importante approfondire i dati perché le cause dei tumori possono essere diverse”. Al momento tante ipotesi nessuna certezza. “Possiamo trovare metalli, pesanti – dice Tarro – o ancora  sostanze cancerogeni, infiltrazioni nelle falde acquifere, onde elettromagnetiche. La situazione è complessa e va studiata”.  Tarro invita a riflettere su un dato: nella Patria della Dieta Mediterranea c‘è un’alta percentuale di tumori a livello alimentare”.

Autore dell'articolo: Marcello Festa