No a nuovi termovalorizzatori, no a nuove discariche e si all’incremento della raccolta differenziata di un altro quindici per cento”: è la ricetta con la quale il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, proverà a risolvere la complicata gestione dei rifiuti nella regione campania. Il Governatore ha illustrato il suo programma in una conferneza stampa che si è svolta stamani e che partirà “dall’eliminazione dei cinque milioni e seicentomila tonnellate di ecoballe stoccate, l’85% delle quali sono a Giugliano e a Villa Literno”. In particolare sulle ecoballe De Luca ha spiegato che chiederà al governo “i seicento milioni di euro necessari con un accordo che sarà inserito nella prossima legge di stabilità”, per realizzare il piano su tre assi. “Un terzo delle ecoballe – ha precisato – sarà trasportato fuori regione verso impianti di vario tipo; un alto terzo sarà trattato attraverso il potenziamento degli stir di Tufino e Giugliano, dedicando una nuova linea di tritovagliatura alla lavorazione delle ecoballe; il rimanente con il potenziamento dello stir di Caivano per le ecoballe di Villa Literno e Caivano”. Nel nuovo piano rifiuti della Regione Campania è prevista la realizzazione di “almeno quattro impianti di compostaggio chiusi per la lavorazione dell’umido” che saranno finanziati dalla Regione con “cento milioni di fondi europei, visto che un impianto come quello di Salerno costa circa 25 milioni”: così in conferenza stampa il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca. Rispondendo ai cronisti che gli chiedevano se il previsto impianto di compostaggio del Comune di Napoli a Scampia rientri nel progetto, ha detto: “Su questo – ha detto – decidono i sindaci, non dipende da noi, mi permetto però di raccomandare che si faccia una scelta sostenibile, più lontana possibile dalle abitazioni e magari non in zone che già hanno problemi sociali. Su certe scelte farei un approfondimento di riflessione. Noi abbiamo pensato ad aree industriali abbandonate”. De Luca ha spiegato che la Campania deve riconquistare credibilità e parte dal no alla termovalorizzazione “non per una posizione ideologica, ma perché costruire un impianto significherebbe 350 milioni di spesa e l’entrata in funzione non prima di quattro anni, dopo di che un impianto da 300.000 tonnellate annue ci mette vent’anni per eliminare le ecoballe”. Sulle discariche, De Luca ha spiegato che “i rifiuti inertizzati possono essere stoccati nelle decine di cave abbandonate visto che nelle ecoballe la frazione umida ormai è praticamente inesistente” e che dalle ecoballe stesse “verranno tolti i materiali ferrosi e di plastica”.
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