RIPARTENZA: I GRANATA SPINGONO PER GIOCARE SOLO I PLAY-OFF

La Salernitana si iscrive al partito dei play off con campionato cristallizzato, le ultime 10 partite annullate, le prime due in graduatoria che vanno direttamente in A e disputa di play-off e play-out con le ultime tre retrocesse. Intanto è tempo di commissioni medico scientifiche.

Ieri sono state dettate le linee guida per poter tornare in campo… in sicurezza. Tutti in ritiro prima della ripresa dell’ultimo pezzo di stagione, ambienti sanificati, stretta sorveglianza medico-sanitaria, test molecolari e sierologici. Ed ancora visite cliniche, esami strumentali e del sangue. Sono gli orientamenti emersi al termine della riunione della commissione medica della Federazione presieduta dal Prof. Paolo Zeppilli che si è riunita ieri in video conferenza per stilare un protocollo sanitario di garanzia per la ripresa degli allenamenti finalizzati alla ripartenza dei campionati. Partite da giocare ovviamente a porte chiuse solo al sud e (ri)partenze scaglionate, dando priorità alla massima serie. Tra i presidenti invece, anche in B, non sembra esserci unità di vedute: c’è chi vorrebbe riprendere da dove si era interrotto, chi suggerisce di cristallizzare il tutto (la Salernitana sembra tra queste) e far giocare solo play off e play out e chi spinge per una sorta di amnistia.

La commissione medico scientifica ha tracciato ieri le linee guida della ripresa dopo avere analizzato e preso in esame i rapporti di 5 massimi esperti che si stanno occupando dell’emergenza da Covid-19. “Per far ripartire il calcio in sicurezza – ha dichiarato Gravina – è fondamentale in questa fase mettere a punto le migliori procedure possibili per riprendere l’attività quando ripartirà tutto il Paese. Lavoriamo senza fretta, ma senza sosta per farci trovare pronti quando le istituzioni ci daranno il via”.  Il governo del calcio, insomma, intende ripartire il prima possibile. Ma aspetta naturalmente che il Governo centrale possa dare il via libera.

Ieri dal gotha dei medici della Federazione ha messo in cantiere una serie di raccomandazioni per l’individuazione e la conservazione di un “gruppo squadra” formato, oltre che dai calciatori, anche dallo staff tecnico, dai medici, dai fisioterapisti, dai magazzinieri e dal personale più a stretto contatto con i calciatori, che risulti completamente ‘negativo’. In tutto, il gruppo squadra sembra che non debba superare le 50 unità. La commissione raccomanda il ritiro chiuso almeno per il primo periodo di allenamento sotto lo stretto controllo di un medico. Un po’ come durante il romitaggio estivo, tanto per intenderci. Che è anche quello che molti club hanno immaginato in caso di ripresa delle competizioni agonistiche dopo tanta naftalina. Il ritiro – si legge nelle linee guida – dovrà essere preceduto (72-96 ore prima) da uno screening a cui si dovrà sottoporre tutto il ‘gruppo squadra’ con un test molecolare rapido ed uno sierologico. Ed ancora un’anamnesi accurata, una visita clinica (con misurazione della temperatura corporea) ed esami strumentali e del sangue. I medici suggeriscono anche di prendere in considerazione la possibilità di una ripartenza a tre velocità: priorità alla serie A, per poi proseguire con B e C. Il centro sportivo, le palestre, gli spogliatoi e gli alberghi (nel caso in cui i club non abbiano una propria sede per il ritiro) dovranno essere sanificati, quotidianamente. Copia incolla anche per la classe arbitrale. Le prescrizioni, infatti, saranno adeguate anche ai direttori di gara, tenendo presente le specificità della categoria.

 

Autore dell'articolo: Eugenio Marotta