RISTORANTI ALL’APERTO, NO AI RICEVIMENTI. IL CODACONS LANCIA IL RICORSO AL TAR –

Il Codacons lancia anche in Campania un ricorso collettivo al Tar del Lazio in favore dei ristoratori della regione e delle imprese del settore del wedding, categorie ingiustamente penalizzate dall’ultimo Decreto del Governo sulle riaperture. Le disposizioni che da ieri hanno permesso la riapertura all’aperto di bar e ristoranti con seduta ai tavoli, per il Codacons sono incostituzionali nella parte in cui discriminano determinati esercizi limitandone orari e modalità di apertura al pubblico. E’ il caso dei ristoranti che non dispongono di spazi all’aperto e che dovranno rimanere chiusi o limitarsi al take away e consegne a domicilio, o al settore dei matrimoni, per il quale il Governo non ha previsto ancora una data per la ripresa degli eventi- scrive il Codacons- eppure sia all’interno dei ristoranti al chiuso, sia nei locali che organizzano cerimonie e matrimoni, è possibile garantire la sicurezza degli avventori ricorrendo al distanziamento, alla riduzione della capienza massima, a sale ad hoc per vaccinati e ad altre misure che permettano a tali attività di tornare a lavorare nel rispetto delle norme anti-Covid.

Proprio su tale aspetto il decreto del Governo realizza una illegittima discriminazione tra locali, con cinema, teatri e librerie che, pur essendo al chiuso, possono ospitare clienti, a differenza dei ristoranti che non dispongono di spazi all’aperto.

Molte chiese proprio in questi giorni, già da domenica, hanno confermato le celebrazioni sia di cresime che di comunioni. Diversa però la situazione per un eventuale festeggiamento al ristorante. Le celebrazioni in chiesa e negli altri luoghi di culto continueranno a svolgersi, con la partecipazione di persone, purché nel rispetto dei protocolli sottoscritti dal Governo per la sicurezza, ma se è vero che riaprono i ristoranti a pranzo, soltanto in zona gialla e con tavolini all’aperto, sono vietati i grandi ricevimenti.

A partire dal 1° maggio si possono invitare fino a 4 persone (e non più 2) oltre ai conviventi, in zona gialla e arancione. Limiti che difficilmente fanno ipotizzare l’organizzazione di pranzi e cene in casa, se non tra pochissimi intimi. Contro il decreto sulla riaperture dunque il Codacons ha lanciato un ricorso collettivo al Tar del Lazio, al quale possono da oggi aderire tutti i ristoratori e tutte le imprese che operano nel settore del wedding, finalizzato a chiederne l’annullamento nella parte in cui impedisce a tali attività di operare al pari di altre categorie di esercizi.

Autore dell'articolo: Barbara Albero