Battere l’Ascoli per evitare la crisi e fermare la fuga dall’Arechi. E’ la duplice missione della Salernitana, chiamata a prendere i classici due piccioni con una fava in una gara difficile sia per la consistenza dell’avversario sia per i consueti problemi di formazione con cui è alle prese fin dall’inizio della stagione Ventura. Il tecnico ligure non ha mai parlato di grandi traguardi in termini di classifica, ma ne ha indicato uno ben preciso sin dal suo avvento in granata: riportare la gente allo stadio. Per ora la Salernitana ha avuto un rendimento altalenante anche sotto questo aspetto, essendo riuscita a portare allo stadio quasi ventimila persone per il derby che metteva in palio un momentaneo primato con il Benevento – visto che si era appena alla terza di campionato – e poi perdendo progressivamente spettatori, consensi, appeal. E questo non solo per i risultati del campo, ma anche per il solito spettacolo a cui ci si è ormai abituati: cali di rendimento, infortuni in serie, prestazioni opache, punti persi quasi senza colpo ferire per strada, e qualche avvisaglia di un gradimento non più così convinto ed incondizionato nei confronti dell’allenatore di turno. Ventura come i suoi predecessori ha un peccato originale da scontare, che consiste nell’aver accettato un progetto come sempre ambiguo, senza un concreto obiettivo di classifica perchè la promessa di raggiungere la promozione, fatta in tempi passati dalla proprietà, avrebbe avuto bisogno di essere sorretta e rinforzata con un mercato ambizioso, nel quale, accanto ai giovani di prospettiva targati Lazio, avrebbero dovuto trovare posto anche le famose conoscenze tirate in ballo da Ventura anche nella conferenza prepartita di ieri, vale a dire calciatori pronti all’uso, abituati a vincere e a recitare un certo spartito tattico, capaci di prendersi responsabilità e di giocare, dunque, con qualità e coraggio, proprio gli ingredienti la cui mancanza il tecnico ha denunciato dopo la sconfitta del Menti. Oggi la Salernitana dovrà dare delle risposte. Non solo il risultato, ma anche la prestazione sarà importante. Una squadra vogliosa di giocare, di mettere in pratica ciò che prova in allenamento, sbarazzina e convinta dei suoi mezzi sarebbe la faccia più bella da vedere e ritrovare sotto i riflettori dell’Arechi di una Salernitana che si è vista, in parte ed a tratti così, nelle prime gare stagionali, e che da un po’ di tempo non si vede più, magari anche per situazioni contingenti come le tante assenze che hanno spesso costretto Ventura a cambiare. Anche oggi ce ne saranno e toccherà fare come sempre di necessità virtù. Contro un Ascoli ambizioso la Salernitana misurerà la sua forza e proverà a riconquistare anche i tifosi, che chiedono quanto meno gioco e prestazioni ad una squadra che non ha tutte le carte in regola per vincere come, del resto, il campo ha fin qui dimostrato, ma che può sicuramente crescere. Riconquistare la gente attraverso il gioco è l’unica via percorribile per Ventura ed i suoi, cui finora non è certo mancato il sostegno della torcida granata. Come l’esperto nocchiero granata sa bene, però, per avere uno stadio pieno bisogna dare e fare di più ed in questo anche la società dovrà fare la sua parte in sede di mercato.
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