“Lotito genera contraddizioni? Non amo personalizzare. A Lotito riconosco l’impegno attivo nel mondo del calcio e la sua scaltrezza. Sulla Salernitana però lo dico chiaro e tondo: la cessione della Salernitana dovrà avvenire nel rispetto delle regole, senza strane interpretazioni delle norme. Chi vuole bene alla Salernitana sa di cosa parliamo”. Parole di Gabriele Gravina, presidente della Figc che nelle scorse settimane aveva spiegato modalità e tempi per l’iscrizione della Salernitana al campionato di serie A. Intervistato dal Messaggero, il numero uno della Federcalcio, la cui rielezione era stata ostacolata da Lotito che aveva sostenuto la candidatura di Cosimo Sibilia, è tornato in maniera netta e perentoria sull’argomento che più sta a cuore in questi giorni ai tifosi della Salernitana. Il futuro del club granata è ancora in bilico. Chi liquida la cosa, paventando la possibilità di ricorrere a soluzioni di comodo o di facciata, forse non ha ancora ben compreso i termini della questione. La Salernitana, ad oggi, non è in regola e non sarebbe iscritta al campionato. Per fortuna, ci sono ancora tre settimane e qualche giorno di tempo per mettersi in regola. Il punto è proprio quello toccato da Gravina: chi vuole bene alla Salernitana sa di cosa parliamo, ha detto il presidente federale. Alla prima parte della sua affermazione noi aggiungeremmo un punto interrogativo. “Chi vuole bene alla Salernitana?” E’ questa la domanda che ora più che mai bisogna porre e porsi, perché in questa fase non è certo l’interesse della Salernitana, intesa come squadra che rappresenta una città, ad essere in primo piano nelle valutazioni dei patron. Sono in ballo questioni economiche, va detto in maniera nuda e cruda perché è stato lo stesso Lotito a ricordarlo più volte nelle scorse settimane che sono stati spesi 80 milioni per gestire la Salernitana in dieci anni. E se è legittimo e sacrosanto che un imprenditore badi ai suoi interessi, è pur vero che è almeno altrettanto legittimo e sacrosanto che una città non debba veder offuscata da nubi la gioia per la promozione in serie A. Il silenzio dei patron, ripetiamo, può essere interpretato come operoso e proficuo, ma, al tempo stesso, non si potrà affidare sempre a terzi, fra l’altro non detentori di quote del club, il compito di lanciare messaggi e di spiegare lo stato dell’arte. L’auspicio è che siano i patron o i loro legali a spiegare le intenzioni, le strategie, le mosse, insomma quel processo che dovrà portare all’iscrizione della Salernitana. Gravina ha parlato di cessione, senza interpretazioni e questo potrebbe essere un freno sia all’ipotesi del trust ma anche a quella di una permanenza in quota di minoranza di chi oggi detiene il 50% del club. Non si tratta di espropriare nulla a nessuno, ma di prendere atto di regole che esistevano da tempo e che erano note anche quando, a tavolino, lo scorso mese di agosto, Claudio Lotito conferiva a Castori il mandato di vincere il campionato, come egli stesso ha rivelato in recenti occasioni. Non è questione di propendere per la cessione piuttosto che per soluzioni di altro tipo, ma semplicemente di mettersi in regola con le Noif e di garantire l’iscrizione al campionato della Salernitana. Poi si potrà discutere di modalità ed altre cose, si potrà, una volta compiuto questo passo, affrontare temi più strettamente tecnici. Oggi come oggi il mercato è una suggestione intrigante, stimolante, ma non un argomento di stretta attualità. L’augurio è che lo diventi prestissimo. Tutto, però, dipende dalla volontà dei patron a cui, forse, oltre ai complimenti, anche le istituzioni avrebbero dovuto chiedere per tempo conto e ragione delle loro intenzioni.
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